LA BELLA ETÀ

LA BELLA ETÀ

 

 

Carl Gustav Jung

 

diIvan Battista

 

                                            «(…) Penso, perciò, che sia meglio, per una persona anziana,

continuare a vivere. Guardare avanti con attesa al giorno dopo, come se avesse secoli davanti a sé (…)»  

Intervista di John Freeman a Carl Gustav Jung nel programma BBC Face to Face, 1959

 

Gli anziani come me devono vivere la vita come se non finisse mai. Come me; intendo dire con la mentalità di chi si sorprende a stupirsi per le cose che ancora riesce ad apprendere.

Leonardo da Vinci, morì ad Amboise, tra le braccia del re di Francia Francesco I che, in lacrime, lo chiamava “padre mio”. Anche Leonardo sembra che piangesse, ma non per paura della morte che sentiva imminente (mori a 67 anni, oggi sarebbe considerato un “giovane” anziano) bensì perché si rendeva conto che non avrebbe più potuto esplorare e conoscere le leggi della natura che costituivano, per lui, la base dello scibile umano e dell’arte nonché il suo principale interesse. Leonardo era uomo del rinascimento, quello straordinario periodo storico, e soprattutto culturale, che poneva al centro dell’universo l’Anthropos e non più Dio. 

 

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UNO SGUARDO SUL BUIO

 

 

UNO SGUARDO SUL BUIO

 

 

Epicuro

 

di Ivan Battista

 

                                                           «La morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi

non c'è la morte, quando c'è la morte non ci siamo più noi.»

     Epicuro, Lettera a Meneceo, 125    

                                                                    

 

Ciò che fa la differenza tra noi umani e il resto degli esseri viventi è l’autocoscienza e, di conseguenza, la consapevolezza del nostro limite di vita.

Sapere che un giorno dovremo andarcene per ritornare nel buio dal quale siamo venuti è la nostra immane condanna, ma anche il nostro maggiore punto di forza. Senza questa caratteristica del tutto umana non si sarebbe sviluppata alcuna evoluzione civilizzata. Sì, perché tutte le azioni e le attività che esulano dal primario sforzo per mantenersi vivi, costituiscono ciò che va a creare la cultura e, dunque, la civiltà. Pensiamo solo ai riti funerari nei secoli, alla loro diversità quale espressione di sapere e convinzioni diversi. Fin dalla notte dei tempi si procedeva alla sepoltura dei corpi. Sono stati ritrovati resti umani intenzionalmente composti e posizionati in modo particolare finanche del Neanderthal. Gli Egizi mummificavano; i Greci cremavano e incenerivano i corpi dei defunti; gli Etruschi disponevano i resti dei cari estinti in case fornite di tutto il necessario per la vita ultra terrena e lasciavano negli ambienti le suppellettili e gli oggetti più cari; i Romani inizialmente sotterravano i propri cari estinti sotto il pavimento delle loro abitazioni. In seguito, con l’influenza della cultura greca («Graecia capta ferum victorem cepit, et artes intulit agresti Latio», Quinto Orazio Flacco, Epistole, II, 1, 156) i Romani, “feroci” vincitori della Grecia, ma culturalmente conquistati dall’Ellade, cominciarono ad usare le pire funerarie anche loro.

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BUON COMPLEANNO, 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO!


 

 

 

A TUTTO CAMPO

BUON COMPLEANNO, 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO!

Serata psicologica e teatrale, con cena a tema, dedicata al cinquantenario del capolavoro di Stanley Kubrick

 

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LEGAME E LIBERTÀ

 

 

LEGAME E LIBERTÀ

 

LA VITA AFFETTIVA

E LA REALIZZAZIONE DI

 

(PROGRAMMA RIDOTTO)

 

 

PSICODRAMMA NELL’ISOLA D’ISCHIA

SABATO 10 SETTEMBRE 2016 – ORE 15:15 – 19:30

Via Giulio Iasolino, 109 – Casamicciola Terme (NA)

 

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A TUTTO CAMPO - NARCISO E IL LUTTO


 

A TUTTO CAMPO - QUARTO INCONTRO 

NARCISO E IL LUTTO

Seminario di Francesco Frigione – psicologo e psicodrammatista analitico

 

 

 

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