BEL CANTO VERDIANO A BUDAPEST

BEL CANTO VERDIANO A BUDAPEST

Melomania ungherese e plenilunio: è evento totale sopra e sotto il cielo di Budapest

 

 

 

 

        di Vincenzo Basile Polgàr e Mirella Bordoni

 

Per celebrare il 120° anniversario della morte di Verdi, l'Orchestra e il Coro del Teatro dell'Opera di Stato Ungherese in collaborazione col Teatro all’aperto all'Isola Margherita di Budapest, rendono omaggio al celebre Autore con una selezione di Arie scelte tra quelle del suo vasto repertorio Operistico.
Protagonisti Maria Grazia Schiavo, Arturo Chacón-Cruz e Mihály Kálmándy. Sul podio Balázs Kocsár, primo direttore musicale del Teatro dell'Opera di Stato Ungherese.

 Giuseppe Fortunio Francesco Verdi, scomparso a Milano nel 1901 all'età di 87 anni si sa, è ancora oggi uno degli autori più apprezzati dei teatri d'opera di mezzo mondo.

Tra le circa trenta Opere realizzate dal Maestro, sono state selezionate delle Arie tratte dal Don Carlos, Traviata, Rigoletto, I vespri Siciliani, Attila, Il Ballo In Maschera, Nabucco, Ernani, Luisa Miller e Aida. Sono appunto quelle che costituiscono il denso e variegato programma.

La suggestiva proiezione sullo schermo gigante che sovrasta il palcoscenico, delle immagini dei Teatri Lirici ove fu data la Prima rappresentazione assoluta delle Opere (cantate in contemporanea con l’esibizione musicale) completa il quadro complessivo dell’evento.

Menzione speciale è ineludibile per la nota soprano Maria Grazia Schiavo, interprete ricorrente nei principali teatri e festival europei di Salisburgo, Venezia e oltre. Suo partner è il tenore messicano Arturo Chacón-Cruz impostosi al concorso Placido Domingo Operalia del 2005, per la prima volta on stage a Budapest, ma già applauditissimo nel ruolo del Principe di Mantova del Rigoletto, già precedentemente rappresentato all'isola Margherita.

 

 

 

Arturo Chacón-Cruz (da sinistra), Maria Grazia Schaivo (foto: Luciano Romano) e Mihály Kálmándy

 

 

A fare gli onori casa, oltre il citato Mihály Kálmándy, vincitore tra l’altro del prestigioso premio Kossuth, i valenti coristi Antal Bakó, Diána Döbörhegyi, Gergely Irlanda, Dávid Tarnai e Mária Tempfli, pronti all’occorrenza in proscenio in parti brevi ma preziose.

Molte e intense le emozioni del pubblico, dovute principalmente ai virtuosismi della Schiavo, padrona sapiente dei suoi eccellenti strumenti vocali. Per colore, volumi, estensione, potenza ed espressività vocale e scenica dominatrice assoluta della rappresentazione e degli ascoltatori, catturati dal calore della sua personalità artistica, grati e generosi nei sentiti e copiosi applausi.

Persino un paio di esitazioni, nei duetti conclusivi tra gli ottimi Arturo Chacón-Cruz e Mihály Kálmándy, scivolano gaiamente in platea, quasi fossero scherzi improvvisativi determinati dalla briosa atmosfera di un riuscitissimo spettacolo.

Tra quelli che ameremo ricordare.