SOCIODRAMMA DELL'APOLLO DI VEIO
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- Publicado el Lunes, 25 Noviembre 2019 18:43
- Escrito por Redazione
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SOCIODRAMMA DELL’APOLLO DI VEIO
Domenica primo dicembre 2019, dalle ore 10:30 alle 13:30, nella Sala didattica del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, l’Apollo di Veio, vanto dell’arte etrusca, segnerà un evento assolutamente unico: il dio della possessione divinatoria, delle arti e della terapia, guida della coscienza solare e percorritore degli inferi, diverrà per i partecipanti esperienza intima e vissuta, grazie al sociodramma condotto dallo psicologo e psicodrammatista analitico Francesco Frigione per il Centro Studi di Psicologia e Letteratura fondato da Aldo Carotenuto.
THE BEAUTIFUL AGE
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- Publicado el Domingo, 17 Marzo 2019 17:50
- Escrito por Ivan Battista
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THE BEAUTIFUL AGE
Carl Gustav Jung
by Ivan Battista
"(...) So I think it’s better for old people to live on, to look forward
to the next day, as if he had centuries ahead of him (...) ".
(Interview by John Freeman with Carl Gustav Jung from the BBC program Face to Face, 1959)
The elderly, like me, must live life as if it has no end. By ‘like me’; I mean with the mentality of someone who never ceases to be amazed by the things he still manages to learn.
Leonardo da Vinci died in Amboise, in the arms of the French king Francis I who, in tears, called him "my father". Although Leonardo cried, it was not for the fear of his imminent death (at age 67, today he would be considered a "young" senior) but because he realized that he could no longer explore and discover the laws of nature that, for him, constituted the basis of human knowledge and art as well as his primary interest. Leonardo was a man of the Renaissance, that extraordinary period of history, and above all culture, which substituted God for the Anthropos at the center of the universe.
LA NEVROSI DEL POTERE
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- Publicado el Martes, 19 Febrero 2019 13:40
- Escrito por Ivan Battista
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LA NEVROSI DEL POTERE
Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan in una scena del
film: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
di Ivan Battista
In ambito psicologico per nevrosi s’intende una sofferenza psichica del soggetto che origina, di consueto, da un conflitto inconscio e dà come risultato un comportamento non equilibrato nei confronti dell’ambiente e del socius. Le manifestazioni maggiori di tale afflizione consistono, dunque, in problematicità di relazione con situazioni, gruppi sociali o singole persone. Il suo minimo comun denominatore è l’ansia.
Fu lo straordinario, insigne medico e chimico scozzese William Cullen a coniare, nel 1769, il termine nevrosi riferendosi a disordini psichici procurati da una complessiva alterazione del sistema nervoso. Modificazione in grado di provocare, a diversi ordini e gradi, malessere alla persona.
IL MITO DI ULISSE NEL VIAGGIO DELLA PSICOTERAPIA
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- Publicado el Domingo, 17 Febrero 2019 20:49
- Escrito por Redazione
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OPEN DAY DI PSICODRAMMA ANALITICO JUNGHIANO
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- Publicado el Miércoles, 12 Diciembre 2018 19:59
- Escrito por Redazione
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OPEN DAY DI PSICODRAMMA ANALITICO JUNGHIANO
ORIENTE/OCCIDENTE
VIA ANDREA DORIA, 40/A
00192 ROMA
ORE 15:00-17:30
SABATO 15 DICEMBRE 2018
Incontro aperto di psicodramma analitico junghiano a cura di:
PSYCHO: DISSOCIAZIONE, AMORE E MORTE
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- Publicado el Martes, 23 Octubre 2018 18:56
- Escrito por Redazione
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PSYCHO: DISSOCIAZIONE, AMORE E MORTE
I SEMINARI PSICOANALITICI DI FRANCESCO FRIGIONE
Venerdì 26 ottobre 2018 - Ore 18:30
Cioccolateria Fascino napoletano
Via Tolemaide, 14, 00192 Roma - Fermata Metro A Ottaviano/San Pietro
Ingresso libero e consumazione al tavolo (€ 5,00)
LA BELLA ETÀ
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- Publicado el Domingo, 14 Octubre 2018 23:42
- Escrito por Ivan Battista
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LA BELLA ETÀ
Carl Gustav Jung
diIvan Battista
«(…) Penso, perciò, che sia meglio, per una persona anziana,
continuare a vivere. Guardare avanti con attesa al giorno dopo, come se avesse secoli davanti a sé (…)»
Intervista di John Freeman a Carl Gustav Jung nel programma BBC Face to Face, 1959
Gli anziani come me devono vivere la vita come se non finisse mai. Come me; intendo dire con la mentalità di chi si sorprende a stupirsi per le cose che ancora riesce ad apprendere.
Leonardo da Vinci, morì ad Amboise, tra le braccia del re di Francia Francesco I che, in lacrime, lo chiamava “padre mio”. Anche Leonardo sembra che piangesse, ma non per paura della morte che sentiva imminente (mori a 67 anni, oggi sarebbe considerato un “giovane” anziano) bensì perché si rendeva conto che non avrebbe più potuto esplorare e conoscere le leggi della natura che costituivano, per lui, la base dello scibile umano e dell’arte nonché il suo principale interesse. Leonardo era uomo del rinascimento, quello straordinario periodo storico, e soprattutto culturale, che poneva al centro dell’universo l’Anthropos e non più Dio.
UNO SGUARDO SUL BUIO
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- Categoría: Psicologia
- Publicado el Sábado, 13 Octubre 2018 02:26
- Escrito por Ivan Battista
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UNO SGUARDO SUL BUIO
Epicuro
di Ivan Battista
«La morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi
non c'è la morte, quando c'è la morte non ci siamo più noi.»
Epicuro, Lettera a Meneceo, 125
Ciò che fa la differenza tra noi umani e il resto degli esseri viventi è l’autocoscienza e, di conseguenza, la consapevolezza del nostro limite di vita.
Sapere che un giorno dovremo andarcene per ritornare nel buio dal quale siamo venuti è la nostra immane condanna, ma anche il nostro maggiore punto di forza. Senza questa caratteristica del tutto umana non si sarebbe sviluppata alcuna evoluzione civilizzata. Sì, perché tutte le azioni e le attività che esulano dal primario sforzo per mantenersi vivi, costituiscono ciò che va a creare la cultura e, dunque, la civiltà. Pensiamo solo ai riti funerari nei secoli, alla loro diversità quale espressione di sapere e convinzioni diversi. Fin dalla notte dei tempi si procedeva alla sepoltura dei corpi. Sono stati ritrovati resti umani intenzionalmente composti e posizionati in modo particolare finanche del Neanderthal. Gli Egizi mummificavano; i Greci cremavano e incenerivano i corpi dei defunti; gli Etruschi disponevano i resti dei cari estinti in case fornite di tutto il necessario per la vita ultra terrena e lasciavano negli ambienti le suppellettili e gli oggetti più cari; i Romani inizialmente sotterravano i propri cari estinti sotto il pavimento delle loro abitazioni. In seguito, con l’influenza della cultura greca («Graecia capta ferum victorem cepit, et artes intulit agresti Latio», Quinto Orazio Flacco, Epistole, II, 1, 156) i Romani, “feroci” vincitori della Grecia, ma culturalmente conquistati dall’Ellade, cominciarono ad usare le pire funerarie anche loro.
BUON COMPLEANNO, 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO!
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- Publicado el Jueves, 10 Mayo 2018 14:52
- Escrito por Redazione
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A TUTTO CAMPO
BUON COMPLEANNO, 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO!
Serata psicologica e teatrale, con cena a tema, dedicata al cinquantenario del capolavoro di Stanley Kubrick
A TUTTO CAMPO - NARCISO E IL LUTTO
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- Publicado el Lunes, 02 Abril 2018 23:32
- Escrito por Redazione
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A TUTTO CAMPO - QUARTO INCONTRO
NARCISO E IL LUTTO
Seminario di Francesco Frigione – psicologo e psicodrammatista analitico