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IO E L’ALTRO Psicodramma analitico junghiano

 

 

IO E L’ALTRO

Psicodramma analitico junghiano

 

 

 

Martedì 21 aprile 2015

Ore 16:00 – 20:00

Via Ostia, 16 – Quartiere Prati - Roma

Metro “A” Ottaviano - San Pietro

  

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VIOLENZA ALLE DONNE

VIOLENZA ALLE DONNE

 

 

Il ratto delle Sabine (Gianbologna, 1583)

 

 

di Ivan Battista

 

L’azione di violenza ad una donna si predispone molto prima della sua messa in atto. Colpire una donna da parte di un maschio è deprecabile e inaccettabile e ha radici che affondano in un altro tipo di situazione negativa. In genere, chi adopera la violenza contro l’abbandono sentimentale o contro una critica più o meno pesante da parte della propria partner è una persona che è stata poco amata in età primaria e poco educata al rispetto dell’amore che l’altro porta o che può togliere. La cultura maschilista del possesso della femmina è l’humus fertile dove germogliano gli atti di violenza più feroci rivolti alle donne. Quando poi quest’azione è giustificata col ragionamento che l’uomo che colpisce lo fa perché innamorato o per amore cieco, che gli ha fatto perdere la testa, siamo innanzi ad una cultura dell’amore e dell’educazione al sentimento del tutto carente.

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SPAZI OLTRE I CONFINI

SPAZI OLTRE I CONFINI
di Virginia Salles

 

 

Venerdì 17 aprile alle 20:30 allo “Spazio interiore”.
Via Vincenzo Coronelli, 46 – Pigneto, Roma
Presentano:
Francesco Frigione e Andrea Colamedici 

 

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BEN HUR Una storia di ordinaria periferia

BEN HUR

Una storia di ordinaria periferia

 

 

  

Teatro Ghione

Via delle Fornaci, 37 – Roma

Regia di Nicola Pistoia

In scena dall’ 8 al 19 aprile 2015

 

        di Federica Bassetti

 

Non si ringraziano mai abbastanza gli attori, soprattutto oggi. Facilmente e penosamente la confusione tra serio professionista e baldo dilettante impera, visto che è addirittura la televisione con i suoi personal and im-personal trainers a trasformare semplici esseri umani in star del momento, ma è sulle parole mestiere, professione, ad essere esercitato forse il più grande fraintendimento.

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IL MAGNETISMO DELLA LUCE

IL MAGNETISMO DELLA LUCE

 

 

 

Esposizione / Arte / Roma
Paul Harbutt – EPVS

30 marzo 2015 – 15 maggio 2015 

 

      di Cristiana Di Bartolomeo

Lunedì 30 marzo, alle ore 19.00, è stata inaugurata, a Roma, la Galleria BEAARTE -artisti con la luce-, un nuovo spazio contemporaneo dedicato alla Light Art.

 

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IL METANO TI DÀ UNA MANO

LA ZAMPATA DI MAIC DEL 8 APRILE 2015

IL METANO TI DÀ UNA MANO

 

 

 

“Il metano ti dà una mano”, così recitava uno spot pubblicitario dell'Eni degli anni '80. Ne è passato di tempo da allora, ma il nostro Massimino “Baffino” D'Alema non se n'è dimenticato; anzi, avrà pensato: «Se il metano mi da una mano,  io, quasi quasi, questa mano me la prendo con tutto il braccio! ...».  Solo che il nostro politico ha sbagliato, diciamo, obiettivo geografico ... e ha scelto Ischia. 

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MONOLOGO DI UN’ATTRICE DELL’EST

MONOLOGO DI UN’ATTRICE DELL’EST

 

 

 

di e con Evelina Drianovska

 

in scena dall'8 al 12 aprile 2015 al teatro L’Aura

 

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QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO

QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO

La celebre opera pirandelliana in un originale adattamento del "Gruppo Grandi", recitato dalla Compagnia Tuttinscena!

 

 

 

Lo spettacolo del "Gruppo Grandi" portato al teatro San Genesio di Roma dalla Compagnia Tuttinscena!.

 

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L'AMORE CHIUSO FUORI

Come anticipazione del secondo numero della rivista quadrimestrale internazionale Animamediatica, dedicato al tema Amore/Odio e in uscita a fine aprile, pubblichiamo l'articolo

 

L’AMORE CHIUSO FUORI

 

 

 

 

 di Ivan Battista

 

Nessun’altra perdita può annientare un essere umano come la perdita dell’amore, perché con esso ci si è sentiti indispensabili e veri e la sua mancanza ci fa capire che non lo saremo più. 

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AUGURI DI PASQUA

LA ZAMPATA DI MAIC DEL 5 APRILE 2015

AUGURI DI PASQUA

 

 

E finalmente arrivano gli auguri ......

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L’AMICO CHIAMA E IO RISPONDO

L’AMICO CHIAMA E IO RISPONDO

L’introversione di Lallo de Bonis

 

 

 

         di Ugo Derantolis

 

        Qual è il valore dell’introversione nella cultura occidentale, che privilegia radicalmente i riferimenti “esterni” all’individuo? Come fare spazio alla dimensione psichica “interna”, da cui affiorano le più straordinarie innovazioni intellettuali, artistiche e spirituali dell’uomo? Come possiamo accedervi, evitando l’adozione acritica di modelli orientali, che si tramutano per noi in sovrastrutture artificiose e inefficaci?

        Ancora una volta Lallo De Bonis illumina con il suo geniale esempio il cammino della profondità più autentica e rivoluzionaria, ergendosi a cavallo tra aspirazioni individuali e orientamenti sociali.

 

Riporto in proposito una storia recentissima.

 

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PESCE D'APRILE

LA ZAMPATA DI MAIC DEL 1 APRILE 2015 

PESCE D’APRILE

 

 

 

Fermi tutti! Sogno o son desto? … Ecco, nientepopòdimenoche, il programma del Commissario per la Spending Review Carlo “Frankenstein” Cottarelli, che compare nella foto insieme al più noto fratello gemello … 

 

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L’AMORE CIECO

L'AMORE CIECO

 

 

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Amorino dormiente

 

di Ivan Battista

 

     Love is blind, l’amore è cieco scriveva nei suoi Racconti di Canterbury Geoffrey Chaucer nel Quattordicesimo secolo. In effetti, questa sua affermazione contribuirà ad influenzare la rappresentazione di Amore per tutto l’Umanesimo e il Rinascimento. Nell’antica Grecia, invece, Eros è rappresentato sempre senza alcuna occlusione o benda agli occhi. Per i Greci antichi, dunque, Amore ci vedeva benissimo e sapeva perfettamente dove scagliare le sue frecce.

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L’OTELLO DI LUIGI LO CASCIO

L’OTELLO DI LUIGI LO CASCIO

 

 

Vincenzo Pirrotta (Otello) e Luigi Lo cascio (Iago)

 

        di Federica Bassetti

Recitano in quattro al Quirino e al centro sta Otello, oppure Dioniso, Ade o il forgiatore di sogni Apollo, in un’opera che sfida il mito a farsi strumento, consigliere dell’anima, psicopompo. Interpretato quasi per intero in siciliano l’Otello, che  ha eternato Shakespeare da sin troppo tempo, stimola una ricerca che scava sotto le sabbie del testo, che lo riscrive, ma non per appropriarsene, come molti fanno, bensì per riconsegnarlo nudo e crudo al nostro mondo.

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IL VOLO E LO SCHIANTO

IL VOLO E LO SCHIANTO

Riflessioni frammentarie sulla psiche

che si concretizza e si autodistrugge

 

 

Andreas Guenter Lubitz davanti al Golden Gate Bridge di San Francisco 

 

        di Francesco Frigione

 

  • Andreas Guenter Lubitz [1]  il ventisettenne copilota dell’Airbus 320 della Germanwings – volo 9525, che ha ucciso con sé 149 persone, che viaggiavano da Barcellona a Dusseldorf, il 24 marzo 2015, assai presumibilmente era angosciato di non poter più svolgere il lavoro che dava senso alla sua vita; le sue condizioni fisiche (una malattia psicosomatica che gli intaccava la vista) e psichiche glielo avrebbero precluso e ciò gli è risultato inaccettabile. “Riportato a terra” dai riscontri medici, a dispetto della propria “volontà di potenza”[2] e del richiamo emesso dalla sua stessa sofferenza psichica. A questa il giovane tedesco non ha saputo dare ascolto e, non appena se ne è presentata l’occasione, con fulminea e implacabile determinazione,  Lubitz ha travolto fatalmente tutto quello che era legato alla dimensione del volo: sé, il resto dell’equipaggio, i passeggeri e, indirettamente, anche la compagnia per cui lavorava.

 

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