LA ZAMPATA DI MAIC - 21/05/2014

EX-PORCHERIA 2

 

"Signore iddio, dammi il senso dell'umorismo. Fammi la grazia di comprendere uno scherzo

affinché nella vita conosca un po' di gioia e possa farne parte anche ad altri." 

Tommaso Moro

 

 Quando qualche giorno fa, subito dopo l’arresto di "Mr. a sua insaputa  Scagliola", "faccia di gesso e ... di bronzo", ha cominciato a lievitare lo scandalo Expo-rcheria, si è capito subito che  avrebbero cominciato a lievitare pure le altre "facce di gesso e di bronzo".

 

 

 

Ad esempio, il mitico Primo Greganti (al quale, per altro, andrebbe dedicata una puntata monografica), cassiere occulto del PCI-PDS condannato ai tempi di "Mani pulite", che convogliava e tangenti rosse nel conto svizzero "Gabbietta". Mitico perché l'unico con vere "palle d'acciaio" (altro che Enrichetto Letta "palla moscia"), capace di opporre il silenzio alle torture di Tonino Di Pietro (povero "compagno G", quante ne ha passate... E, ora, è stato pure sospeso dal PD di "Matteuccio" e rottamato come un vecchio sciacquone) Più incredibile ancora mi appare la faccia di g. di b. e di c... di Frigerio che, incredibile a dirsi guardando il suo volto di lince,  sarebbe il capo della cricca …

Frigerio nacque il 4 dicembre del 1939 a Cernusco sul Naviglio (MI). Ignoro dove si siano conosciuti i genitori e se è da qualcuno dei due che abbia ereditato quella speciale visione binoculare stereoscopica asimmetrica democristiana … Forse per compensare (o suggellare) la suddetta non proprio piacevole peculiarità fisica, papà e mamma Frigerio decisero di affibbiargli un doppio nome, senza virgola: "Gianstefano" .

Il giovane Frigerio, per gli amici più trendy "Gianstefy", co’ sto fritto misto di nome e con l’occhio sinistro dissociato dal destro, è cresciuto adattandosi perfettamente prima al doppio binario divergente della vita democristiana e poi all'ineluttabilmente cangiante verbo berlusconiano. Fu sottoposto negli anni di "Tangentopoli" e seguenti a vari processi per corruzione, concussione, finanziamento illecito dei partiti e ricettazione. Avendo raggranellato svariate condanne sul groppone, nel 2002 ottenne dal giudice l'affidamento in prova ai servizi sociali (ma vire 'nu ppoco, propio comm’ ‘o padrone …) mantenendo, altresì, il seggio di deputato (nel 2001 era stato eletto in "Forza Italia") e ricevendo regolarmente la sua indennità parlamentare per due anni, fino al 2004, data in cui si estinse la condanna ed ogni altro effetto penale.

E così, per 10 anni, ormai a piede libero, anche se a "occhio cecato", parrebbe che ne abbia ricombinate di cotte e di crude. Per riappropriarsi della sua innata identità di uomo di cultura, ha pensato bene di fondare, per l’appunto, il centro culturale “Tommaso Moro” (il grande umanista del ‘500 ancora si rivolta nella tomba). Negli anni, l’associazione (senza scopo di lucro, ovviamente), secondo le imputazioni mosse in questi giorni a Frigerio, sarebbe diventata un vero e proprio “sportello tangenti“, capace di generare cultura in modo davvero singolare: stipulando accordi sottobanco, facendo imbrogli e straordinarie  expo-rcherie. La cosa più inquietante, però (oltre alla faccia di g di b. e di c... di Gianstefy) è che la sede dell’associazione figura trovarsi a Roma, e precisamente in Via Andrea Doria 7, ovvero a due passi dalla sede della nostra beneamata Animamediatica: a riga', com'è che no ce semo accorti de niente, eh ?!? 

E’ proprio qui che, probabilmente, i compagni di merenda e i furbetti del quartierino (Prati) hanno cominciato a chiamare Frigerio Gianstefy, mettendo su la loro  organizzazione criminale. Essa, però, non ha mancato, ultimamente, di mostrare aspetti a dir poco imbarazzanti: "Gianstefy qua, Gianstefy là … Gianstefyccati sti pizzini negli slip …". E già, avete capito bene: trattavasi proprio del grottesco tentativo di occultare la contabilità delle tangenti Expo e non solo.. . Infatti, qui subentra il nuovo filone d’indagine denominato "Mutande sporche" ! E lo so … dopo "Mani pulite" abbiamo dovuto attendere ben 22 anni per destreggiarci nuovamente con … l'igiene politica !!!

Il fatto è che Gianstefy è un tipo pulitino assai … e, prima dell'arresto, si cambiava i mutandoni di lana almeno una volta al giorno; quindi per lui era diventato scomodo nascondere documenti scottanti (aaaaiaaaah) proprio li... Si trattava di rifare l'operazione ogni mattina: "e togliti' a mutanda, estrai i pizzini … e cambiat' a mutanda e metti i nuovi pizzini …". Nooo,, ci voleva un posto sicuro, accogliente, funzionale e insospettabile per celare questi intimi (e infimi) segreti; e soprattutto ci voleva un tipo  fidato per effettuare questo lavoro sporco … e chi se non Cattozzo? ... Sì, il fido Cattozzo, di madrelingua politichese, cittadino italiano perché nonno Cattozzo era un vecchio garibaldino e quindi regolarmente arruolabile nella squadra dell’UDC ligure! Chi meglio di lui, che fra l’altro, si cambia le mutande una volta ogni due mesi (d'’estate anche una volta al mese)? Era lui il tramite giusto, era quello il posto adatto !!!

Il problema di Cattozzo, d'altronde, non è mai stato il nome (Sergio), come per il sodale Gianstefano. Semmai a lui ha pesato il cognome, doloroso come un cazzotto nello stomaco … In qualunque caso, per Cesa e Casozzo, pardòn Casini, andava bene così … tutti e tre vantavano la magica iniziale C: "Cesa Casini Cattozzo", sicché nel 3-4-3 dell’UDC potevano rappresentare l'imbattibile tridente d’attacco, pronto a sferrare assalti decisivi agli appalti dell’Expo !

E così, con Frigerio, Greganti e Cattozzo (e qualche amministratore compiacente per vantaggi di carriera), la "cupola" poteva dirsi completa, raggruppando, sotto il nome di "Tommaso Moro" … destra centro e sinistra: la realizzazione dell'auspicata "Utopia", non c'è che dire!

Ma non tutto è andato per il verso giusto, purtroppo, e quando il Maresciallo Capuozzo, della Guardia di Finanza, ha fatto irruzione in casa Cattozzo … e si è ritrovato il buon Sergio in déshabillé - zoccoli del dottor scholl, canottiera ascellare e bretella sostenente un boxer XXXL (superextralarge) da watusso, simile a quel personaggio superdotato di Panariello ("si vede il marsupio ?!?") - non ha potuto fare a meno di esclamare, con lieve inflessione partenopea: "Né, uagliò', ma che cattozzo tien’ arint’a 'sta mutanda ?!?"  Egli doveva scoprire, in breve e non senza delusione, come non tutta fosse farina del sacco di Cattozzo … L'inventario eseguito dal drappello militare, di fatti, al termine dell'ispezione così annotava: "(...) ritrovato, in fondo al contenitore, un piccolo oggetto cilindrico color carne, avvolto in 234 post-it gialli" ("Comm’ a mutanda", ebbe a commentare acrimoniosamente il Capuozzo, che non aveva gradito di dover procedere alla puntigliosa analisi delle braghe) !!!  

Alla fine della fiera, come si usa dire all'Expo di Milano, restiamo in attesa degli ulteriori sviluppi del caso !!!

Ariexporchemente, Maic.