EDIPO IN VIAGGIO
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- Categoria: Teatro
- Pubblicato Mercoledì, 17 Luglio 2019 00:57
- Scritto da Luciana Zollo
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EDIPO IN VIAGGIO
di Luciana Zollo
“ESODO”
da Edipo Re di Sofocle
testo e regia Emma Dante
con Sandro Maria Campagna e gli Allievi Attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo
Teatro San Simone, 62° Festival dei Due Mondi, Spoleto 2019
Quando sul palcoscenico dialogano i classici é sempre festa per il teatro.
“E” come Edipo. “E” come esodo. Su questo abbinamento s’impernia il racconto teatrale di Emma Dante che propone una versione della tragedia di Sofocle rievocando esplicitamente agli occhi ed alle emozioni del pubblico sia gli anonimi bohémiens en voyage di Baudelaire sia gli immortali Sei Personaggi di Pirandello.
Nella chiesa sconsacrata di San Simone a Spoleto, in occasione del 62esimo Festival dei Due Mondi, gli Allievi Attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo e lo straordinario Sandro Maria Campagna nel ruolo di Edipo raccontano, comunicano ed interpretano facendo abile ricorso a tutti i linguaggi possibili degli esseri animati: voce, corpo, suoni, movimento, gesti, espressioni e lingue diverse. Tra silenzi e reticenze, seduzioni e soggiogamenti fatali, si compie come un rito il destino di Edipo e degli altri personaggi in un’atmosfera carica di sfrenatezza apotropaica. La famiglia di Edipo é una tribú in movimento, costretta ad allontanarsi da Tebe per cercare accoglienza e, soprattutto, poter rappresentare il suo dramma, la sua storia di colpe incolpevoli. Se ogni forma di salvezza é negata da parte degli dèi, ad Edipo cieco, esule, leader sfortunato di un gruppo barbaro e vitalissimo non resta che chiedere aiuto agli uomini per continuare a perpetuare un’esistenza carica di miserie e di irrinunciabili speranze.
Il Padre, canonico personaggio inesistente, in quanto all´inizio del dramma é giá stato ucciso, a compimento del verdetto divino, é onnipresente in scena sotto la forma ironica e spettrale del fantoccio di un vecchio decrepito, trasportato a braccia su una seggiola ed inseparabile dall’allegra brigata, ad incarnare un potere ebete e paralitico, tuttavia ineliminabile, con cui sempre saremo chiamati a fare i conti, anche nell´eventuale utopica continuità della vita che il teatro generosamente ci regala.