Elezioni politiche 4 marzo 2018 IL CAOS DI CASTELNUOVO DI PORTO

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Elezioni politiche 4 marzo 2018

IL CAOS DI CASTELNUOVO DI PORTO

 

 

 

        Una testimonianza di Ivan Battista

 

Domenica 4 marzo 2018, data delle elezioni politiche, forse, più importanti degli ultimi anni della Repubblica. 

Sono un comunale romano, quindi vengo “precettato” il sabato per la “surroga”, cioè la riserva, poiché mancano all'appello centinaia di presidenti di seggio. Ovviamente, sono “estratto” insieme a tanti altri colleghi e vengo inviato laddove il vuoto istituzionale è maggiore: le sezioni estere, tutte concentrate nel paese di Castelnuovo di Porto, struttura della Protezione Civile, alle porte di Roma. 

 

Mi metto in viaggio col mio mezzo e raggiungo la sede: un agglomerato di costruzioni industriali prefabbricate a parallelepipedo, probabilmente funzionali, ma non molto belle a vedersi.

Nell’Hangar numero uno ho lavorato senza interruzione, in qualità di presidente del seggio1004, sezione esteri - compartimento America del Sud, stato Argentina, città di Buenos Aires, fino alle 7,30 della mattina dopo.

Non voglio fare polemica o parlare male della mia Amministrazione, credo che ne sentirete molto dai mass media e ne leggerete a sufficienza sui giornali. Sta di fatto che l'ambiente, diciamo così, non era granché organizzato. Non ho intenzione neanche di dilungarmi sullo sforzo che questo impegno ha richiesto al mio organismo (ho 65 anni, con corollario di acciacchi vari); desidero, invece, ringraziare la mia segretaria Serena e i giovani volontari Alice, Eleonora, Mario e Leonardo, tutti intorno ai venti anni, che si sono offerti per far funzionare il seggio e garantire il diritto al voto di tanti connazionali all'estero.

Mi commuovevo quando i nostri sguardi s'incrociavano sotto il peso  del complicato impegno dello svolgimento dell'esame e delle mansioni amministrative imposte dal seggio. Impegno aggravato dalla confusione che regnava ovunque e dalla scarsità delle informazioni a supporto.

Ebbene, in verità, soli e senza competenza specifica, come Dio ha voluto, leggendo e studiando il libretto delle istruzioni, abbiamo portato a termine il nostro compito. Probabilmente con qualche errore, per carità, ma abbiamo garantito, al meglio delle nostre possibilità, un diritto fondamentale della democrazia: quello del voto.

Ripeto, lascio ad altri la polemica e l'invettiva fin troppo facile contro chi era responsabile dell'organizzazione che non ha funzionato a dovere. Ciò che mi sta a cuore, invece, è ringraziare i miei giovani compagni di “lavoro”, coraggiosi e tenaci. Se non fosse stato per questi “bellissimi” (il riferimento è a Platone, ovviamente) giovani, il seggio non avrebbe potuto svolgere il suo arduo compito. Ragazzi “buoni”, che hanno avuto presenze genitoriali educative valide, magari “semplici”, ma tanto positive. Porterò sempre con me, finché la memoria me lo concederà, i loro sguardi preoccupati, ma tenaci e volitivi. I loro occhi dolci e sereni pur nello stress della grande difficoltà, semplicemente “belli” come la loro gioventù, generosa e impegnata. Non hanno mollato mai, fino all'ultimo secondo. Grazie ragazzi! Mi lasciate una grande speranza per il futuro di questo nostro povero Paese in mano a ciarlatani e a corrotti d'ogni genere e tipo. Continuate così, idealisti e impegnati, sognatori e concreti come vi ho visto e conosciuto all'opera. Grazie ancora dal profondo del cuore! Siete stati voi ad insegnarmi molto in quel complesso frangente. Vi abbraccio con sincero affetto.