MIROSLAV KRALJEVIČ, IL MAESTRO MODERNISTA CROATO SBARCA A VENEZIA
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- Categoría: Arte e Grafica
- Publicado el Miércoles, 30 Abril 2014 21:12
- Escrito por Anabel Ciliberti
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UN AUTORITRATTO:
MIROSLAV KRALJEVIČ, UN MODERNISTA CROATO
di Anabel Ciliberti
Venerdì 18 Aprile, 2014, nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna “Ca’ Pesaro” di Venezia, si è svolto un momentum storico: l’inaugurazione della mostra per i cento anni dalla morte dell’artista Miroslav Kraljevič.
“Autoritratto con cane” (1910)
Galleria Moderna, Zagabria
Un uomo, un pittore. Luce e pennellate morbide e giocose. Fedele al suo compagno, consapevole della sua missione.
La monografica è stata curata da Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, da Biserka Rauter Planćić, direttrice della Moderna Galerija di Zagabria, e ha contato sulla collaborazione di Cristiano Sant, della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di “Ca’ Pesaro – MUVE”.
L’esposizione ha consentito un ritorno a Venezia delle opere maestro, considerato il primo pittore croato del modernismo, dopo la partecipazione alla XXIII Biennale d’Arte del 1942, nel pieno del secondo conflitto mondiale.
A farci scoprire più in profondità Kraljevič è il progetto ideato da Živa Kraus, pittrice, curatrice e gallerista croata, naturalizzata italiana, che ha donato una lezione di pittura e di disegno ai cittadini di Venezia, e gli ospiti internazionali presenti al “Ca’ Pesaro”.
Venti i lavori esposti: per lo più autoritratti; dipinti ad olio; disegni eseguiti con varie tecniche, dall’acquerello alla china, dalla matita su carta e cartone al guazzo e al pastello.
“In una caffetteria” (sul retro Corteggiamento), 1912
Galleria Moderna, Zagabria
Una coppia in un bar sembra fluttuare in un poetico scenario parigino. Colori pastello che contrastano con l’acquarello e la china su carta; setose velature, morbidezza, abile sottigliezza del maestro croato.
Si tratta di pezzi selezionati con estrema attenzione, per suscitare l’ulteriore desiderio di conoscere Kraljevič, di assaporarlo ancora più a fondo. Probabilmente, senza mai saziarsi.
Miroslav Kraljevič nasce a Gospić nel 1885 e si spegne a Zagabria nel 1913, a soli 27 anni, a causa di una grave forma di tisi. Figlio di un’illustre famiglia nobiliare, dopo aver studiato giurisprudenza a Vienna, frequenta il corso di pittura di George Fischoff nel periodo tra il 1904 e il 1905. In seguito abbandona il diritto per dedicarsi completamente all’arte; studia a Monaco di Baviera e a Parigi, inaugurando infine le correnti moderne e avanguardiste di Zagabria, all’alba del ventesimo secolo.
Kraljevič , noto come “pittore dell’anima”, resta un enigma ancora da scoprire. Nei suoi autoritratti, ad esempio, appare sempre diverso: a volte ragazzo, a volte uomo, altre volte ancora figura quasi indefinita, nonostante la vicinanza delle sue produzioni.
Il “Corteggiamento”
Musicale. Un uomo in redingote sembra ascoltare il battito del cuore dell’anima pura: una sensuale, dolce fanciulla senza veli.
Estasiato, rapito e sognante. Il tutto si svolge in un contesto fiabesco, tra spirali vibranti e affettuosità.
Lo stile delle sue pennellate denuncia un’anima molto irrequieta, ora queste sono velate, quasi invisibili, ora le si vede più spesse, marcate, quasi dettate dall’ira. A volte, dal suo volto trasuda una furia indomabile; altre prevalgono l’apatia e l’abbandono. Certo, le sue condizioni di salute, sempre più cagionevoli, ne devono aver inficiato l’equilibrio psichico. Un uomo forse sofferente e solitario, e che pure ci nasconde qualcosa, qualcosa che resiste a svelarsi ...
A Kraljevič piaceva osservare la vita briosa dei cafés parigini e poi immortalarla con un segno morbido e fluente, ma rispettoso e pudico. Pittura di grazia maestosa ed elegante. Nella sua pittura e nel suo segno, tracce dei maestri del passato come come Van Dyck, e di contemporanei quali Lautrec, Gaugin, Matisse, Picasso e Monet.
Ottime le sue qualità nel tocco grafico ed una sorprendente maestria nel passare con diletto da uno stile all’altro, sia nei dipinti che nei disegni. Accademico e ribelle al contempo.
Le tre grazie (tre nudi) , 1912
Racconto al lettore che sono passata e ripassata a lungo d’innanzi a quelle venti opere opere, per cercare di vedere di più, di comprendere meglio, affinché mi si schiudesse ciò che di esse mi appariva celato e nascosto. Alla fine mi sono arresa semplicemente ai miei occhi.
“Golgota” (1912),
Galleria moderna, Zagabria
Dopo il “Golgota” di Van Dyck ...
INFORMAZIONI UTILI
v Luogo: Ca’ Pesaro, Venezia
v Periodo: 18 aprile – 15 giugno 2014
v Orario: 10:00 -18:00
v Apertura: tutti i giorni, tranne il lunedì, il 25 dicembre, il 1 gennaio e 1 maggio
v Biglietto: 10 euro (intero, per tutte le mostre del museo)