EL PADRE

EL PADRE:

Recensione dello spettacolo

e intervista al grande attore italo-argentino Héctor Alterio

 

 

La sera della prima di El Padre al Teatro Olympia, Valencia

 

di Erica Di Francesco

 

Teatro Olympia, Valencia (Spagna)

El Padre

Dramma teatrale di Florian Zeller

Regia di José Carlos Plaza

Con: Ana Labordeta, Luis Rallo, Miguel Hermoso, Zaira Montes, Maria González.

 

Il teatro Olympiadi Valencia riserva sempre belle sorprese. In questo ottobre, ha deciso di regalare agli spettatori la presenza, davvero significativa, dell’attore di fama internazionale Héctor Alterio.

Animamediatica ha potuto intervistare questo straordinario protagonista del teatro e del cinema argentini, di origini molisane.

 

 

Il sole valenciano fa da sipario agli immensi occhi azzurri di quest’uomo energico e gioviale, malgrado i suoi ottantotto anni (è nato nello storico barrio della Chacarita, a Buenos Aires, il 21 Settembre 1929).

Appena lo saluto, mi risponde in un Italiano pressoché perfetto. Felicemente sorpresa, scambio con Héctor qualche battuta informale, in attesa di intervistarlo durante la conferenza stampa. Rivela da subito di essere una persona vicina alla nostra cultura popolare, dotata di un sagace senso dell’umorismo e di un’indomabile gioia di vivere, profondamente consapevole della sua esperienza.

 

 

Héctor Alterio e Ana Laboreta al Teatro Olympia

 

Alterio non smette di regalare emozioni al pubblico.

In scena al teatro Olympia di Valencia con l’ opera “Il Padre”, di Florian Zeller, affiancato da una magnifica Ana Labordeta, l’attore interpreta un padre confuso per via della malattia di Alzheimer, di cui è preda, o forse raggirato dagli interessi di coloro che lo circondano (Luis Rallo, Miguel Hermoso, Zaira Montes, Maria González).

Lo spettacolo tiene lo spettatore sospeso sul filo del rasoio, gli serra lo stomaco come un thriller, in attesa di svelargli come la soluzione della vicenda: il protagonsita è davvero affetto da una malattia neurologica o sono generi ed infermiere che hanno interesse a denunciarne l’invalidità?

Oggi giorno non é raro sentire parlare di Alzheimer e, dato il crescente invecchiamento della nostra popolazione, molti devono convivere con questa malattia.

Per chi ne soffre il mondo si fa terribilmente pincomprensibile e ostile e per si prende cura con amore della persona colpita vi è l’angoscia e la tristezza di non esserne più riconosciuti: è un dramma così insormontabile per il cuore che la mente non riesce a farsene una ragione.

Non é dunque un ruolo facile quello che Alterio magistralmente interpreta, ben diretto da José Carlos Plaza. “Il Padre”, dunque, tocca sensibilmente l’anima del pubblico attraverso il semplice sguardo del protagonista.

 

 

Héctor Alterio posa con la nostra Erica Di Francesco, al Teatro Olympia di Valencia

 

L’intervista a un uomo cosí professionale e appassionato del suo lavoro è gratificante:

EDF: «Qual è il tuo rapporto con l’ Italia?»

 

Mi risponde con un gran sorriso, in un italiano dalla graziosa inflessione molisana.

HA: «Io SONO italiano, in realtà. Mia mamma e mio papá emigrarono da un paesino della provincia di Isernia, Carpinone. Io, pur nascendo e vivendo in Argentina, ho appreso la lingua da loro e porto nel cuore l’Italia».

 

L’Argentina è il paese che, in effetti, lo ha formato e, a mio avviso, l’interpretazione profondamente psicologica di un uomo disorientato nel labirinto della mente, é frutto non solo di un’approfonditissima preparazione del testo ma anche di una cultura in cui l’introspezione psicoanalitica è fortemente radicata.

Héctor Alterio, daltronde, ha percorso, come lui stesso rammenta, tante strade: cinema, teatro, televisione. In tutte ha eccelso. È stato il protagonista di ben quattro dei cinque film di lingua non inglese candidati all’Oscar : La tregua (1974), Camila (1984),La Historia Oficial(1985)  - que si aggiudicò la statuetta - e El Hijo de la novia (2001).

 

EDF: «Ci si stanca a recitare alla sua etá?», gli domando provocatoriamente sul finire della conferenza stampa.

Alzandosi in piedi HA, risponde con espressione di sfida: «Io sono qui e posso parlare fin quanto volete!».

La conferma dunque che lo spirito non ha etá e che gli anni in fondo possono essere solo un numero.

La standing ovation di quindici minuti da cui è stato poi sommerso, la sera della prima, testimonia del godimento regalato agli spettatori, giunti ad ammirare la bravura di un maestro dell’arte drammatica … che lascia spazio anche a delle risate: armonia perfetta.