PERISCOPIO SU CANNES - 70ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI CANNES: dalla Cerimonia di Apertura, del 17 maggio, a quella di Chiusura, del 28 maggio

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PERISCOPIO SU CANNES

 

 

 

70ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA DI CANNES:

dalla Cerimonia di Apertura, del 17 maggio, a quella di Chiusura, del 28 maggio

 

 

 

        testo e foto * di Cristiana Di Bartolomeo 

 

-      Cité et Palais des Festival et des Congrés,

 

Un’occasione trasversale d’incontro tra industria cinematografica e settima arte, per celebrità, filmmakers, distributori, produttori, festivaliers.

Ovvero, un’esperienza che promette stimoli, divertimento, ma anche riflessione.

 

 

La 70esima edizione del Festival di Cannes arde di rosso e brilla d’oro. Questi sono, infatti, i colori della affiche che immortala un’esplosiva Claudia Cardinale – tra le attrici più belle e più brave di quei rivoluzionari anni '50 - mentre danza, a piedi nudi, sui tetti di Roma.

 

E’ a Bronx Agence che va universalmente tributato l’apprezzamento per il cartellone che, caratterizzando l’identità visuale del Festival, ne rivela pienamente lo spirito.

Già a metà anni '80 i ragazzi parigini di Bronx Agence rappresentavano un assoluta avantgarde di buon gusto, istintualità estetica e di servizi, savoir-faire.

 

Claudia Cardinale bellezza unica, dicevamo: perché? 

 

Perché solare e notturna, delicata ma incisiva, schietta ed enigmatica. Voluta da Visconti e Fellini, ma anche da Bolognini, Zurlini e Comencini, e soprattutto, da Sergio Leone e Damiano Damiani.

E anche perché si è aggiudicata quel Leone e quell'Orso d'Oro alla Carriera, 5 David e altrettanti Nastri d’Argento …  

 

E’ proprio il cartellone a incidere e far incedere le intenzioni del Festival di quest’anno; evento gioioso, volitivo, attento, battagliero, ma sopratutto chiaro, e libero. 

E l’attuale edizione sembra persino sincronizzarsi e sintonizzarsi con la recentissima vittoria di Macron alle presidenziali di Francia.

 

Poi c’è da cogliere la benigna tutela esercitata sul Festival da “Monsieur Croisette”, Laurent Weil, che ne coordina l’organizzazione: un grattacielo di operazioni che quest’anno prevede anche il delicatissimo problema della sicurezza.

 

 

Cannes, 70esima edizione del Festival del Cinema: il controllo effettuato della polizia, con cani antiterrorismo, a una Ferrari.

 

Pastori tedeschi, polizia, e gendarmerie controllano con efficienza e accuratezza sia le Ferrari che si infilano come perline colorate agli accessi dei Grand Hotel, che le Renault “all-black”, vetture ufficiali della manifestazione: il cofano va aperto, anche quando gli autisti si accingono a depositare celebrities d’innanzi al “red carpet”; allora i cani addestrati diligentemente fiutano l’eventuale presenza di polvere da sparo, liquidi infiammabili o altre possibili insidie. 

 


Laurent Weil, da trent'anni "patron" del Festival di Cannes

 

Monsieur Weil è anche detto il “Signore della cravatta nera”, oppure “io lo farò”: egli è l’unico festivalier dispensato dal black-tie /24h; il suo look, invece, prevede smoking con cravatta sottile nera ( un po’ lagerfeldiana ). E come testimonia l’impronta personale sul dress code, Weil è l’uomo non dei forse ma delle decisioni concrete. E sono ben 30 anni che il Festival lo organizza lui.

 

 

 

E, tornando al rosso che si staglia sulla nuance azzurro/Cote d’Azur del cartellone, questo dilata le pupille del nostro reportage con periscopio.

E la nostra lucina rossa è il cartellone, grazie a tutte le sue appetitose sezioni. Scorriamole:

 

 

 

Competition

Un Certain Regard

Out of Competition

Special Screenings

Cinéfondation

Short Films

Cannes Classics

Cinéma de la Plage

ACID

Marché du Film

 

 

 

29 sono i Paesi presenti da tutto il mondo nella selezione operata dal presidente del Festival, Gilles Jacob, e dal delegato generale Monsieur Thierry Frémaux con la sua squadra (+2 rispetto all’edizione passata, e con 9 opere prime contro le 7 e le 5 dei due anni precedenti).

 

 

 

Nonostante gli imponenti sforzi e l’impegno profuso dalla Cina nella scorsa edizione, quest’anno la potenza orientale non compare in selezione, e neppure l’India.
Durante la conferenza stampa dello scorso aprile gli organizzatori hanno spiegato che l’esclusione si deve «alla mediocrità del prodotto inviato dai candidati». A noi appare più probabile, piuttosto, che sulla decisione abbiano pesato ragioni di macro-economia mondiale: non è per caso la Cina a possedere buona parte del debito pubblico USA?

 

 

 

Desta interesse, comunque, la fitta partecipazione a questa edizione di Paesi del Sud-Est europeo; quella russa; la quasi impalpabile presenza italiana; e, di converso, quella ponderosa di Nicole Kidman, protagonista di ben quattro film in concorso.

 

Il Festival 2017 è “under the spell” del veterano Pedro Almodovar, al regista mancego spetta il compito di armonizzare e dirigere la Giuria che assegnerà la prestigiosa Palma d'Oro, composta da otto personalità chiave del cinema mondiale - quattro donne e quattro uomini: la tedesca Maren Ade; la cinese Fan Bingbing; la statunitense Jessica Chastain: la francese Agnés Jaoui; il sudcoreano Park Chan; il libanese Gabriel Yared; lo statunitense Will Smith; e il nostro Paolo Sorrentino.

 

È lecito sospettare che tale composizione della Giuria preannunci la premiazione Palmares 2017 a film-maker di genere.

Inoltre, chiediamo: di grazia, perché Will Smith è stato designato quale giurato? 

Commenti cinici e stupiti aleggiano nell'etere in merito alla faccenda della piattaforma digitale Netflix, che ha appena prodotto il film fantasy poliziesco di David Ayer Bright, del quale è protagonista proprio l’attore americano …

 

Su invito degli organizzatori, l’italiana Monica Bellucci ha accettato il ruolo di Madrina delle Cerimonie di questa edizione del Festival del Cinema più vero e professionale che ci sia. Le consegnano il testimone: Laurent Lafitte, Lambert Wilson e Audrey Tautou.

L'amicizia della Bellucci con il Festival risale al 2000, quando ascese la scalinata rossa per presentare Under Suspicion, di Stephen Hopkins. Tornò due anni dopo per le polemiche su Irréversible, di Gaspar Noé.

Membro della Giuria nel 2006, sotto la Presidenza di Wong Kar-wai, negli anni successivi tornò alla Official Selection per il film Sanguepazzo: una storia italiana, di Marco Tullio Giordana, e per Don't Look Back di Marina de Van.

Nel 2014, calcò la Croisette per Le Meraviglie, di Alice Rohrwacher, che portò a casa il Grand Prix Speciale della Giuria

 

 

 

La sua carriera indica una notevole versatilità, essendosi l’attrice umbra misurata con il genere drammatico e la commedia, destreggiandosi tra il sentimentale e il fantastico, tra scelte eclettiche e osé

Ha girato per registi di pregio, come Bertrand Blier, Danièle Thompson, Francis Ford Coppola, Terry Gilliam, Mel Gibson, Sam Mendes, Spike Lee e, last but not least, nell'ultima opera di e con Emir Kusturica, On the Milky Road (“Sulla Via Lattea”), appena uscito nelle nostre sale.

Nonostante Kusturica, la Bellucci è sempre la Bellucci:  plastica.

Il film andrebbe visto anche soltanto per quella scena in cui rincorre il suo uomo mentre imbraccia la tanica del latte come un loro bebè, e se ne fa una doccia grondante Eros.

Monica appare pure nel cast della terza stagione di Twin Peaks, di David Lynch,presente al Festival in una nuova sezione riservata agli eventi speciali: “TV Serials”

 

Lo sguardo invece da Madrina di Un Certain Regard sarà di Uma Thurman, impareggiabile musa di quel muso duro di Quentin Tarantino

Malgrado il suo recente “certain regard de botox”, crediamo in lei ...

 

Sarà la sua testa sensata a premiare la selezione di quei lavori della cinematografia contemporanea unici nel loro intento, intenzioni ed estetica.

Negli ultimi due anni, il premio “Un Certain Regard” è andato al cinema ungherese con White God, di Mundruczó, che quest'anno torna in selezione con Jupiter’s Moon, film drammatico e surreale quanto il precedente. E al giovane nobile cineasta all’esordio con Il Figlio di Saul, Lázslo Némes, che portò alla casa di produzione budapestina dei Gabor, Sipos e Rajna, il Grand Prix of the Jury, oltreché una presenza ininterrotta del film nelle sale magiare dalla sera della prima di giugno di due anni fa sino a oggi.

Ebbene, quest’anno l’Ungheria sarà presente con ben tre produzioni.

 

Dopo decenni di grandi produzioni americane finalizzate agli alti incassi, inaugura questa edizione, invece, un film francese, Les Fantomes d’Ismaël, di Arnaud Desplechin.

 

A questo punto, passo e chiudo e, “che Cannes sia con me!”.  

 

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*Nota: eccetto l’immagine di Monsieur Laurent Weil.