PUNTI DI VISTA AL COMETA OFF

PUNTI DI VISTA AL COMETA OFF

 

 

 

        di Adelaide Pirone

 

Due partner all'apice della rottura e un commissario che indaga sul fallimento della coppia, fallimento che ha portato alla reciproca denuncia. Due punti di vista completamente diversi, come capita agli orizzonti di due amanti che variano e cozzano, sollevando tempesta.

 

Antonello Coggiatti, autore, regista e protagonista maschile di Punti di vista, in scena, a gennaio, al teatro Cometa off di Roma

 

Si è aperto cosi' lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Antonello Coggiatti, in scena con Angela Di Sante al teatro Cometa Off di Roma.

Un’esilarante descrizione della vita a due, mai banale nello svolgimento, che pure potrebbe rischiare di calare di tono, cedendo alla grossolanità, per via della realtà di cui intende essere comico e nevrotico specchio. In quei riflessi ogni spettatore può distinguere gli intenti e le debolezze della vita con l’altro.

 

Sarebbe potuta essere una giornata come le altre, come capita quotidianamente, quando l’abitudine ci convince che l’oggi assomigli a quanto lo ha preceduto, dimenticando che l’allineamento immutabile dei giorni e dei cicli dell’esistenza dipende soltanto dal nostro bisogno di sistemare la vita in canoni predefiniti. Sarebbe potuta essere una giornata qualunque, quando Daniela e Filippo, i due protagonisti, s’incontrano per la prima volta: gli incontri capitano senza preavviso. Nel ristorante dove lei lavora, entra lui, il cliente: un approccio strano quello tra i due; un battibecco buffo che diventa, poco a poco e senza alcun sospetto dei due, un vero e proprio trampolino di lancio del loro rapporto. Un lancio di dadi della Fortuna, un salto nel vuoto dei due personaggi, che giocano a essere il risvolto nascosto l’una dell’altro.

 

Performance riuscita quella degli attori, grazie all’ottimo lavoro registico, attento ad assicurare uno svolgimento brillante ad una vicenda potenzialmente scontata e banale. Il tema potrebbe ben annoiare, proprio perché trattato infinite volt,e e, apparentemente, alla portata di tutti, sebbene per tutti la realtà di coppia resti cosa personale, intima, recondita.

Allegro e provocatorio, Punti di vista inverte spesso la rotta, guidando lo spettatore dal puro divertissement alla riflessione, quando i diversi orizzonti e le attitudini legate al sesso dei due, cominciano a ruotare su piani paralleli, per poi congiungersi in una sorta di clinamen esplosivo e fruttuoso.

La donna e l’uomo si confrontano: la donna vorrebbe interessarsi al pensiero dell’uomo e forse anche lui, di tanto in tanto, lo fa con lei, senza successo, perché non ci sono creature più diverse al mondo, attratte l’una dall’altro, dalla metà mancante, che si presenta in forma di opposto.

E tentando la disperata immedesimazione nella mente dell’altro, ecco che l’uomo si affida alle astrazioni e la donna alla concretezza delle emozioni; ecco che, allora, l’uomo agisce alla luce del sole e lei nella notte, legata ai misteri della luna; ecco che lui mente e lei invece sogna.

 

Nella successione di scenette al limite del paradossale, come nei fumetti o nelle sit-com più riuscite, tra ricche bugie e povere incomprensioni, il commissario,- che non esiste, ma che combacia nell’immaginario teatrale con il pubblico al quale è rivolta la storia - è una sorta di fantasma evocato dai due. Gli spettatori, dunque, per volontà del regista, sono per così dire chiamati a giocare il ruolo del giudice illusionista, uno ad uno. Ruolo fallito, perché la matassa dei fatti e contraddizioni si scioglie soltanto fa per crearne un’altra e un’altra ancora.

Ma è tra le risate fragorose che la trottola amorosa continua a girare sul palco senza fermarsi e nessuno si sorprende che non si arrivi a una vera soluzione.

 

Nel tornare a casa dopo lo spettacolo, si sorride all'idea che, in amore, la soluzione è l’amore stesso. Non c'è rimedio.