TRIESTE: DA H.P. LOVECRAFT A RAY BRADBURY E DA STAR TREK A BLADE RUNNER

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TRIESTE: DA H.P. LOVECRAFT A RAY BRADBURY E DA STAR TREK A BLADE RUNNER

 

Da H.P. Lovecraft a Ray Bradbury e da Star Trek a Blade Runner la fantascienza si è manifestata nel suo fulgore al Trieste Sci+Fi Film Festival con Il replicante: Rutger Hauer.

 

 

Leonard Nimoy  nei panni del celebre Signor Spock di Star Trek

 

        di Vincenzo Basile

          foto di Rutger Hauer di Daniele Grigoletti

 

Trieste Sci+FI 2016 ha celebrato i cinquant’anni di “Star Trek” con For The “Love of Spock”, diretto dal figlio del protagonista della serie televisiva, presente assieme a Terry Farrel, l’attrice americana nota per aver interpretato Jadzia Dax nella fortunata serie tv “Star Trek:Deep Space Nine”

 

Il documentario su “StarTreck”e Leonard Nimoy è stato presentato fuori concorso, in anteprima italiana. Il film, unico nel suo genere, che ha appassionato i fans di Star Trek di tutto il mondo, racconta la vita dell’attore che ha prestato il volto al personaggio per quasi 50 anni. Nato, in origine, per celebrare il 50  anniversario di “Star Trek - La Serie Classica”,dopo la scomparsa di Leonard Nimoy nel febbraio 2015, è diventato il racconto dell’esperienza personale del figlio e regista Adam Nimoy. Il film è impreziosito da materiali inediti e interviste con amici, familiari e colleghi, tra cui  William Shatner  selezionatore del cast della serie originale, Zachary

Quinto quello del cast del nuovo equipaggio dell’astronave Enterprise e il regista J.J. Abrams, narrati da una prospettiva privilegiata.

 

«Nell’ottobre del 2014, racconta Adam Nimoy, parlai a mio padre della possibilità di collaborare a un documentario su Mr. Spock. Il 50° anniversario di “Star Trek – La serie classica” era dietro l’angolo e pensavo che fare un film su di lui sarebbe stato un bel modo per festeggiarlo. Il “Giorno del Ringraziamento” mio padre mi ricordò che erano passati 50 anni da quando avevano girato “The Cage”, l’episodio pilota della serie prodotta nel 1964. Cinquant’anni da quando lui aveva indossato quelle orecchie. Mezzo secolo di Spock! La morte di mio padre, nel febbraio del 2015, suscitò un’enorme ondata di emozioni: non solo per la perdita di Mr. Spock, ma anche del suo popolarissimo interprete. Quando ho pensato di continuare il film, ho deciso che avrei dovuto aggiungere anche la vita e l’eredità di Leonard Nimoy. Inoltrandomi sempre più nel progetto, ho iniziato a capire quanto la mia vita fosse intrecciata con la carriera di mio padre».

 

 

La storica locandina del 1976 di Fant’Italia

 

40 anni sono passati della pioneristica rassegna “Fant’Italia”, curata da Lorenzo Codelli e Giuseppe Lippi, presentata al Festival Internazionale del Film di Fantascienza del 1976, la cui eredità è stata raccolta, nel 2000, dal Trieste Science+Fiction Festival.

 

 

Giuseppe Lippi e Lorenzo Codelli

Sembrava quindi doveroso festeggiare questa ricorrenza, proponendo una cinquina di titoli che, come molti loro illustri predecessori, contemporanei e successivi, hanno dato lustro al fantastico italiano nel mondo.

Ecco quindi, in collaborazione con la Cineteca Nazionale, “La casa dalle finestre che ridono”di Pupi Avati e “Il gatto a nove code” di Dario Argento, presentati in copie 35 mm. “vintage”, a cui ha fatto da contraltare il nuovissimo restauro in 4K  di “Terrore nello Spazio”di Mario Bava. Infine, il ricordo di un regista recentemente scomparso, i cui film sono sempre stati presentati a Trieste, Corrado Farina, di cui sono stati riproposti il geniale divertissement giovanile, “Il figlio di Dracula” e un film ancora non apprezzato abbastanza, “Baba Yaga”, icona della mitologia russa che incontra Valentina di Guido Crepax.

Non solo cinema.

Gli“Incontri di Futurologia” si sono aperti con Carlo Fonda dello SciFabLab dell’ICTP (International Centre for theoretical  Physics), che ha presentato alcune piccole grandi meraviglie della tecnologia applicate alle vita quotidiana. A seguire un approfondimento filosofico con due ingegneri-epistemologi dell’Università di Trieste: Paolo Gallina (vincitore del premio Galileo per la divulgazione scientifica con “L’anima delle macchine”) e Giuseppe O. Longo, che da anni porta avanti il suo discorso sul rapporto tra l’uomo e tecnologia. E poi la ricerca di nuove Terre nel cosmo di cui ha raccontato Paolo Molaro dell’Osservatorio Astronomico di Trieste.

Se un giorno dovremo colonizzare una Terra alternativa, se si avvereranno certi scenari del clima prossimo venturo, ha parlato Michele Rebesco dell’OGS.

Del passato remoto della nostra specie ha trattato, invece, Claudio Tuniz dell’ICTP, fisico con la passione della paleo-antropologia, riguardo ciò che avvenne tra la Siberia e il deserto del Gobi, sui monti Altaj, qualche millennio addietro. Infine Marina Cobal, che al CERN di Ginevra guida il team italiano nell’esperimento Atlas al mega-acceleratore LHC, ha raccontato gli inediti orizzonti che si sono aperti quattro anni fa, dopo la “cattura” del bosone di Higgs.

Alle due giornate scientifiche del 2 e 3 novembre ha fatto seguito il “Fanta-day” del 5 novembre, che si è apertocon il vincitore del premio Urania al miglior romanzo dell’anno, Luca Cremoni Baroncini e la presentazione del progetto, portato a compimento da Urania nei mesi scorsi: il volume, che raccoglie tutti i romanzi e i racconti che H. P. Lovecraft dedicò al mostruoso mito di Cthulhu e la nuova traduzione del classico di Ray Bradbury, “Fahrenheit 451”.

 

 

 

 

 

 

Tre immagini di Rutger Hauer, il “Replicante” di Blade Runner, il film di Ridley Scott,(1982),al Trieste Sci+FI 2016

 

In chiusura, l’evento più atteso da pubblico e cinefili: la consegna, da parte di Giuseppe Lippi, curatore di Urania, del premio Urania d’Argentoalla Carrieraal “Replicante”, Rutger Hauer, colui che vide cose che noi umani …