LA MERDA PUZZA

SPRECO DI TEMPO

LA MERDA PUZZA

Indagine di un cittadino al di sotto di ogni sospetto

 

 

 

Maddalena Vaderetro

LA MERDA PUZZA

Indagine di un cittadino al di sotto di ogni sospetto

Pag. 666 – € 28,00

Aspirazioni segrete, Castel Gandolfo 2016

 

        di Ugo Derantolis

 

        Maddalena Vaderetro è la Moll Flanders dei nostri tempi. Nasce a “Cabeça de Porco”, una favela di Belo Horizonte, in Brasile, dove trascorre l’infanzia nelle strade fangose del“morro”, soggetta alle ripetute aggressioni  dei coetanei e alle pelose “attenzioni” degli adulti, a cui viene venduta dalla matrigna per una manciata di soldi, sin dagli undici anni. 

 

 

In origine Maddalena si chiama João Pedro ed è un ragazzino dai lineamenti delicati e gli occhi grandi.  Parla pochissimo e osserva il mondo intorno a lui, tentando disperatamente di decifrarlo senza naufragare nelle droghe dei poveri e, in seguito, in quelle dei ricchi.

Quattordicenne, infatti, li frequenta, poiché è già uno dei “viados” più ricercati della città. Infatti, a quell'età, viene definitivamente venduto dalla famiglia a un noto trafficante di carne umana: Carlos “Malvado” Costela, il quale lo inserisce in un bordello riservato ai cittadini più abbienti e agli stranieri danarosi. Contemporaneamente, il boss gli paga le prime cure ormonali e i ritocchi estetici. È allora che João Pedro diventa ufficialmente “Madalena”.

Quando non lavora, Maddalena studia e legge, aiutato da Luciana, una studentessa di scienze politiche che, nei fine settimana, si prostituisce per pagarsi i corsi universitari. Inizia dall’alfabeto, per scoprire poi i fumetti e i romanzi. Il suo interesse è come un falò che avvampa all’improvviso, nel più assoluto segreto. La ragazzina deve nascondere la sua passione innanzitutto alla maitresseVanda, che le invidia la libertà dell’immaginazione e, forse non a torto, diffida del suo desiderio di conoscenza.

A quindici anni, Maddalena ha già compreso di essere una schiava e si ripromette di non soggiacere passivamente al proprio  destino. È anche l’epoca in cui s’innamora del bellissimo e taciturno, Marquinho, un guardaspalle di Costela. La loro relazione si spezza tragicamente quando Marquinho viene ucciso a freddo, con un colpo alla nuca, da una pattuglia di poliziotti corrotti. Nel libro, Maddalena avanza il sospetto  che l’ordine di far fuori il suo amante sia partito proprio dal capo, onde evitare che il rapporto affettivo tra i giovani ostacolasse i piani di sfruttamento criminale che lui aveva disposto.

In effetti, poco dopo questo evento, si verifica un cambiamento decisivo nella vita di Maddalena: la protagonista viene nuovamente “ceduta”. Questa volta a un monsignore della Chiesa cattolica brasiliana, del quale l’Autrice non rivela mai il nome, ma di cui non dovrebbe essere difficile ricostruire l’identità, visto che, in seguito, scalerà ulteriormente la gerarchia vaticana, arrivando a occupare un ruolo di primo piano nella curia romana.

Il paradosso è che quest’uomo, costretto a recarsi diverse volte all’anno nella casa di cura segreta per preti pedofili di Barretos, vicino San Paolo, tenuta dai padri venturini, non smette mai di organizzare, al suo ritorno, incredibili orge con minori, delle quali Maddalena diventa l’attrazione centrale. Le violenze e gli abusi subiti, nell’arco di un anno, da parte del monsignore e dei suoi sodali sono innominabili, eppure vi è una forza selvaggia e sconosciuta nella personalità della giovane, che la porta a sfuggire, grazie all'intuito e a un’intelligenza viva, alla morsa del proprio aguzzino. Maddalena finge di amarlo e ammirarlo. Questa idolatria è ciò di cui il sacerdote sembra aver particolarmente bisogno per nutrire la sua personalità narcisistica e perversa.

In tal modo, progressivamente, Maddalena -  novella Sherazade - riesce a sottrarsi alle temute corvée sessuali e a conquistare la fiducia del suo “padrone”. Organizza per lui le feste, gli procaccia bambini e bambine, fa cose di cui porta ancor oggi un tremendo  rimorso, ma si salva. Ottiene di poter leggere, studiare, di andare al cinema. È questo il periodo in cui s’innamora della fotografia e della natura, nella quale ritrova una dimensione di purezza incontaminata che l’esistenza le ha sempre negato. Scatta delle foto e, coraggiosamente, ne spedisce qualcuna aSebastião Salgado, il quale trova il tempo di risponderle e incoraggiarla a continuare nel lavoro.

Quando Maddalena comincia a intravvedere una possibilità di riscatto, a immaginare per sé una vita più autonoma, il monsignore la costringe a sottoporsi a delle nuove cure ormonali e a operazioni estetiche, tutte estremamente dolorose. La ragazzina vorrebbe scappare, ma sa che il prete è pericoloso e vanta amicizie potenti: i pedofili rappresentano una chiesa nella Chiesa e, contemporaneamente, fanno parte di una rete segreta internazionale, rifornita di “merce umana” da ramificate organizzazioni criminali. Maddalena trascorre diversi mesi in una famosa clinica di Rio de Janeiro, in un reparto rigorosamente separato dagli altri, dove sono ricoverati vari transessuali “appartenenti” a circuiti di prostituzione che operano nel Paese. Scopre, allora, nei suoi compagni di sventura lo specchio della propria condizione e una realtà sconcertante. Tutto ciò la induce a tenere il suo primo diario. Da allora non perderà più l’abitudine di trascrivere sulla pagina quanto vede e prova. E sarà questo rituale quotidiano, con buona probabilità, a salvarle la vita e a consentirle di donarci un racconto indelebile - mostruoso e meraviglioso, al contempo.

Maddalena, oramai, sebbene il suo sviluppo sia ancora incompleto, ha l’aspetto di una splendida giovane donna, anche se il suo sesso non è mutato. Ma è proprio questa androginia a renderla più ricercata. Infatti, anche se è “proprietà” del monsignore, altri occhi rapaci l’hanno scorta. Un cardinale italiano, in visita in Brasile, invitato a un festino, ne resta folgorato. Molto probabilmente gli ultimi interventi sanitari si debbono proprio all’intenzione del monsignore di adoperarla come arma di seduzione, uno strumento sessuale che gli consenta di pulire la sua “fedina penale”, ottenendo il perdono delle gerarchie ecclesiastiche e la chance di scalare i posti più alti. Per quanto questa strategia sembri implausibile, oltre che oscena, l’operazione riesce in pieno. Il monsignore cede, infine, Maddalena al porporato, il quale la condurrà con sé in Italia. In cambio, ottiene che la propria pratica venga chiusa, con la compiacente valutazione di alcuni sacerdoti-terapeuti, pronti a diagnosticare la sua definitiva “guarigione” dalla pedofilia.

Maddalena perde, così, tutto quello che s’illudeva di aver conquistato nel proprio Paese e deve apprendere nuovamente a muoversi in un universo per lei totalmente sconosciuto.

Atterra a Roma alla fine degli anni ’80, dopo aver viaggiato su un Boeing dell’Alitalia, a solo qualche sedile di distanza da “Sua Eminenza”. Come sia stato possibile compiere con tanta semplicità e senza ostacoli burocratici il trasferimento di un minorenne non accompagnato appare ancor oggi  sconcertante. A Fiumicino, un’automobile con targa vaticana la attende sulla pista per caricarla, sottraendola ad ogni controllo di frontiera. Da lì Maddalena viene condotta in un grazioso appartamentino di Via del Gallo, una salita stretta e appartata, a poca metri da Città del Vaticano. La sua casa è dotata di ogni comfort e, alla ragazza, per un attimo, si schiude il cuore. In realtà, ben presto si rende conto che la sua nuova prigione è più comoda e sofisticata, ma non meno efficace di quelle precedenti: non possiede documenti e, se venisse fermata dalla polizia italiana, potrebbe essere estradata in Brasile immediatamente. Lì ad accoglierla ci sarebbero soltanto la violenza e lo sfruttamento. Inoltre, il cardinale fa in modo che alcuni suoi sottoposti le spieghino subito con chiarezza cosa le accadrebbe se osasse rivelare alle autorità o alla stampa la sua vicenda: le vengono mostrati ritagli di giornali dove sono pubblicate immagini e articoli di corpi mutilati, ritrovati nel Tevere o nelle campagne intorno alla Capitale. Le si spiega che si tratta di altre "schiave" che avevano provato a ribellarsi alla ferrea legge dell’omertà, la medesima a cui lei deve adesso piegarsi, qualsiasi cosa le accada o venga a sapere.

In quel momento, la fiducia di Maddalena di liberarsi dal giogo che l’opprime sin dagli inizi della sua esistenza vacilla. La giovane brasiliana cade in una crisi depressiva fortissima, con venature psicotiche. Tenta per tre volte il suicidio. E per tre volte la manovalanza del cardinale e alcuni medici compiacenti la strappano alla morte.

Ricoverata in una clinica cattolica dei Castelli romani viene dimessa imbottita di psicofarmaci. In questo nuovo stato, Maddalena sviluppa un’obbedienza illimitata verso il cardinale, del quale non solo diventa l’amante più disponibile e perversa, ma anche il mezzo con il quale questi ricatta altri porporati, per le sue trame di potere. Trascorrono in questa maniera tre anni che sembrano un’eternità. Adesso Maddalena è maggiorenne e fa uso di ogni tipo di droga e alcol. Di fatto, però, gode di una maggior libertà e, soprattutto, si è formata un’idea abbastanza complessa di come possa adoperare il proprio corpo e il proprio fascino per manipolare chi potrebbe fornirle dei vantaggi. Dentro di sé, ancora esiste la speranza di diventare libera e indipendente, sebbene non sappia individuare il modo e l'occasione. Con molta cautela riesce a stringere delle “amicizie” personali – chierici, poliziotti, militari, magistrati. Inoltre, approfittando dei crescenti impegni di lavoro del cardinale, spesso chiamato a svolgere delicate missioni diplomatiche all’estero, riprende a leggere e a fotografare. Inizia a frequentare una comitiva di connazionali, donne e uomini, con cui spesso va a cena fuori, a cinema, a teatro. Godendo di un appannaggio fornitole dal cardinale e arrotondando con i cospicui “regalini” degli amanti, mette da parte dei risparmi. In maniera oscura, infine, riesce a ottenere dei documenti e il permesso di soggiorno. Intesse rapidamente, ma con estrema circospezione, una struttura di conoscenze tale da venir avvicinata dai Servizi Segreti, i quali le propongono di proteggerla da ritorsioni e vendette, in cambio di informazioni.

Maddalena capisce che finalmente è giunto il momento tanto atteso: è risoluta, intelligente, ma sa di trovarsi in una condizione di grande vulnerabilità. Avanza una controproposta all’uomo che vuole ingaggiarla: chiede, innanzitutto, di essere inviata in una clinica per disintossicarsi e di ricevere poi cure psicologiche costanti, una volta uscita; quindi, pretende che le si apra un conto cifrato in Svizzera, sul quale le si dovranno profumatamente remunerare i suoi servigi. L’intuito le impone di agire così, ma pure l’incoscienza e la disperazione glielo ordinano.

Per un mese il contatto del SISDE non le fornisce risposta e lei già dispera. Poi, finalmente, le comunica l’approvazione dei superiori.

Per consentirle di sfuggire al controllo del cardinale, senza destare in lui sospetti, i servizi ordiscono una trama romanzesca. Ed è Maddalena stessa a ideare molti passaggi della macchinazione, la cui preparazione richiede ben quattro mesi. È necessario attendere il prossimo viaggio all’estero del cardinale e il contemporaneo risiedere della giovane in una villa del Circeo, dove ogni anno viene inviata durante l'estate. A luglio e agosto, infatti, il porporato, quasi quotidianamente, compie il va e vieni tra Roma e quel magnifico tratto della costa laziale. Per inciso, la villa gli è messa a disposizione da un facoltoso costruttore capitolino, il quale, in cambio, ottiene dall'alto prelato appalti milionari per la manutenzione di numerose proprietà della Chiesa. Quando il cardinale è costretto ad assentarsi, un suo portaborse e l’autista vigilano occhiutamente su Maddalena, ovviamente, costringendola a fornir loro pressanti prestazioni sessuali.

Il 15 luglio del 1993, i due compari hanno appena abusato di Maddalena, che resta distesa sul suo letto, e si sono spostati nel soggiorno per guardare la tv. In quel momento, mentre parte un servizio sul trionfo di Juri Chechi alle Universiadi di Buffalo, un violento rumore di vetri infranti fa tremare la pareti. Una decina di uomini mascherati penetra fulmineamente nella casa, che resta  ben isolata da quelle vicine in virtù del  vasto parco privato che la circonda. I due sgherri vengono pestati a sangue e legati in modo che, nel giro di qualche ora, possano liberarsi. Contemporaneamente, un manipolo di agenti mascherati ha fatto irruzione nella stanza di Maddalena, chiudendosi  la porta alle spalle. Simulano di sottoporla a un lungo stupro. Quindi, davanti agli occhi pesti dei suoi carcerieri, la ragazza, in apparenza semisvenuta, viene trascinata fuori della villa e caricata su un camioncino. Prima di andarsene, uno dei “rapitori” schiaffeggia per un’ultima volta l’autista e il portaborse terrorizzati. Gli urla sul volto: «Dite a quello schifoso del vostro padrone che ci faremo vivi noi. Ora, lui deve stare zitto e fermo, e basta. Altrimenti passerà i guai suoi. Tra qualche giorno gli faremo sapere quanti soldi ci deve dare per riavere indietro la sua puttana! Capito?»

Di fatto, le costose cure di disintossicazione in una clinica francese, che durano tre mesi, e il lavoro di psicoterapia a seguire sono ironicamente sostenute dal denaro del cardinale, che, malgrado la sua potente rete di conoscenze, non riesce a identificare gli autori del rapimento. Questo  fattore accresce la sua apprensione: si rende conto di essere ricattabile e alla mercé di un nemico sconosciuto. E' evidente che vorrebbe non pagare affatto il riscatto e lasciare che siano i presunti rapitori a eliminare Maddalena, ma i nastri che gli vengono recapitati puntualmente, e che contengono le confessioni apparentemente estorte con la forza alla ragazza, gli fanno cambiare opinione al riguardo. Senza dubbio egli si riserva di far sparire Maddalena al suo ritorno, simulando un un incidente che non ne lasci alcuna traccia; eppure anche questa mossa viene sventata …

Qui giunto mi taccio, poiché, malgrado mi sia profuso in un lungo resoconto, sono giunto a coprire, assai sommariamente, soltanto le prime duecento pagine  di “La merda puzza”. Gli sviluppi ulteriori, vi assicuro, sono stravolgenti, oro puro. Grazie ad essi si arriva a ricostruire una parte fondamentale degli ultimi venticinque anni di storia italiana, e di trame vaticane e internazionali, senza mai smarrire la dimensione umana e psicologica che promana dalla sua narratrice, oggi trasformatasi in una donna completa - nel senso anatomico – e, soprattutto, in una persona dalla straordinaria consapevolezza e in grado di esprimere un forte impegno civile.

Quest’opera: una rivelazione. Un capolavoro assoluto.