LA VENERE IN SCATOLA

La Zampata di MAIC del 29 gennaio 2016

LA VENERE IN SCATOLA

 

 

 

Cleomene di Apollodoro ancora si rivolta nella tomba ... Ah, già, scusate, forse non tutti vi ricordate di lui e, soprattutto, in molti vi chiederete perché mai dovrebbe abbandonarsi a questo turbinio inconsulto, alla veneranda età di 2100 anni, correndo il rischio concreto di una sciatalgia acuta con interessamento dei dischi lombari! 

 

Compiamo allora un breve ripasso di storia dell’arte. Cleomene, figlio di Apollodoro, fu scultore ateniese noto per aver dato alla luce la “Venere Medicea”, statua ellenistica marmorea conservata nella Tribuna della Galleria degli Uffizi a Firenze.

 

 

 

E fin qui niente di strano ... se non la somiglianza che mostra con essa la cosiddetta “Venere Capitolina”, ahinoi, di autore sconosciuto, conservata nei Musei Capitolini di Roma. Questa è ultimamente balzata, suo malgrado, agli onori della cronaca politica ... e di costume. 

 

 

 

Le sue forme appaiono forse un po' più tonde rispetto a quelle della prima, ma indubbiamente restano assai simili gli atteggiamenti pudichi di copertura con le braccia dei seni e del pube.

Già Cleomene deve essersi imbestialito imbattendosi, in illo tempore, nella gemella del suo capolavoro, e passi ...  Ma ciò che certamente non ha digerito è quanto si è verificato qualche giorno fa, quando, per motivi che illustreremo, la povera statua, unitamente alle altre presenti nel museo, è stata costretta a coprirsi ancor di più ...

 

 

... è divenuta una “Venere inscatolata”, come un tonno o dei pelati di pomodoro, salvo poi – come tocco di marketing Mad(e) in Italy - lasciare che della dèa s’intravveda l'acconciatura, quella ciocca ribelle di capelli annodati sulla nuca. Ahiahiahiahiahi che gaffe!

C'è chi parla di allestimento museale escatologico, chi di colpo d'ingegno scatologico, noi pensiamo vogliano alludere a “la visione del destino ultimo dell'essere umano attraverso l'inscatolamento artistico”, insomma, una trovata alla Christo (il celebre artista bulgaro, non l’altro …)!

Purtroppo queste opinioni non colgono nel segno. Non ci troviamo di fronte a nulla di tanto raffinato. Piuttosto, siamo semplicemente di fronte a di uno stolido atto di castrazione artistica e culturale, motivato da impellenti interessi economici!

Ripercorriamo i fatti.

Il Presidente iraniano Hassan Rouhani incontra a Roma il nostro premier Matteuccio Renzi, con l’obiettivo di sancire il rientro in scena in grande stile di Teheran sulla scena politica ed economica mondiale, dopo la cessazione delle sanzioni occidentali. Dal canto suo, il nostro Matteuccio punta ad ottenere commesse per 17 miliardi di dollari a favore delle grandi aziende italiane, un bottino da spartirsi fra Saipem, EniDanieliCondotteGavioFincantieri, Pessina costruzioni e Ferrovie dello Stato, solo per citare le più importanti. Sono appalti per grandi opere nei settori più strategici dell'economia iraniana e, dunque, ciò deve aver indotto il Governo a pensare: “non sarà mica il caso di urtare la suscettibilità della delegazione iraniana, mostrando, lungo il percorso previsto dal cerimoniale, quei fastidiosi nudi artistici, magari femminili, a chi dirige un regime che giornalmente tortura ed uccide donne, anche minorenni, a volte solo per aver guardato un uomo ... vestito!”

L'Iran, infatti, detiene il record mondiale di esecuzioni capitali ... ma il nostro Paese, pur di fare affari con loro, non solo tace e calpesta il problema dei diritti umani, ma, addirittura, mortifica la nostra storia, la nostra cultura, la nostra arte, la nostra dignità tout court.

I nostri politici hanno tentato prima di far passare questo servaggio come forma di ospitalità e squisitezza nei confronti della civilissima cultura degli ospiti; poi, di fronte all’allargarsi dello scandalo, hanno cominciato a sfilarsi.  “No, noi non ne sappiamo nulla! Chissà di chi è stata la geniale idea ... Venere è stata coperta a nostra insaputa!” (Scajola docet).

Ci chiediamo, allora, se il Cerimoniale avesse previsto una visita alla Cappella Sistina, cosa sarebbe successo? Avrebbero mascherato con un telone di 200 mq. il Giudizio Universale, a causa di quella oscena massa di femmine e uomini ignudi ?!? ... Ma sì, come no, tanto Michelangelo non se ne sarebbe accorto e, comunque, lui aveva già subito la censura del Concilio di Trento, ché già all'epoca aveva ordinato a Daniele da Volterra, detto il Braghettone, di occultare con i panni svolazzanti le oscene nudità di alcune figure del grande aretino!

Dobbiamo concludere, dunque,  che per fortuna “ci si è limitati” a inscatolare i capolavori dei Musei Capitolini ...

Ciò malgrado ci resta l’amaro in bocca: in fondo, non sarebbe stato difficile evitare di urtare la sensibilità di Rouhani & c. senza ferire noi stessi e doverci ancora una volta vergognare agli occhi del mondo.  

 

 

Il nostro grido di battaglia sarà, pertanto: “INSCATOLIAMO LORO, NON LE OPERE D'ARTE !!!”

Veneramente,

                      Maic.