MACELLINA BDSM INTERNATIONAL FESTIVAL

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SPRECO DI TEMPO

MACELLINA BDSM INTERNATIONAL FESTIVAL

NONA EDIZIONE

 

 

 

        di Ugo Derantolis 

 

«Il filosofo cinese Tchouang Tse spiegava che "tutti conoscono l'utilità dell'utile, ma pochi quella dell'inutile". L'utilità dell'inutile è l'utilità della vita, della creazione, dell'amore, del desiderio ... L'inutile produce ciò che ci è più utile, che si crea senza scorciatoie, senza guadagnare tempo, al di là del miraggio creato dalla società.» 

Miguel Benasayag, Gérard Schmit 

 

        Anche quest’anno il piccolo comune di Macellina, in provincia di Cosenza, accantonate le usuali processioni devozionali e le fiere paesane, ospita un conturbante festival dedicato  all’universo sado-maso (nel gergo, “BDSM” - Bondage and discipline, Domination, Sadism, Masochism”).

 

 Dal 11 al 18 agosto, operatori del settore e semplici appassionati convergono da ogni angolo della Terra in questo lembo del Tirreno cosentino e da territorio di turismo nazionalpopolare lo trasformano in babele di lingue, tinnante di catene e borchie metalliche, lo affliggono con cupi e voluttuosi scudisci e lo percorrono con corpi madidi di lacrime, sudore e sangue, grondanti di umori osceni.

Per giungere a Macellina vengono organizzati viaggi di migliaia di miglia, in aereo, in auto e persino in bastimenti e corriere, questi ultimi della durata di molti giorni. Ma è tutto tempo ottimizzato per le pratiche: le“schiave” e gli “schiavi” (“slaves”), privati di refrigerio, di cibo e bevande, si assoggettano, lietamente consenzienti, ai voleri di “dominatori” e “dominatrici” (“Masters” e “Mistresses”), che, nel frattempo, si spostano con mezzi assai più comodi e veloci, impartendo taglienti ordini tramite smartphone.

Un episodio imbarazzante, purtroppo, si è verificato ieri. Protagonista ne è stata una spedizione di noti attori bollywoodiani di film sado-maso, guidati dal celebre produttore Uday Maharastra Guru. Da Mumbai il singolare gruppo si è diretto al Pireo, dove un armatore senza scrupoli lo ha ammassato su tre pescherecci, alla volta del porticciolo di Cetraro, a mezz'ora da Macellina. A dodici miglia dalle coste calabresi, però, le imbarcazioni greche sono state intercettate dalla Guardia Costiera, convinta di trovarsi in procinto di uno sbarco di rifugiati e clandestini partiti dalla Libia. Grande è stato lo stupore dei militari quando sono saliti a bordo delle navi da pesca, e poi si sono calati nelle stive: sui pontili, oltre ad alcuni marinai in stato priapico, si sono imbattuti in uomini glabri e imbellettati, dai corpi sanguinanti, fasciati da capo a piedi con stringhe munite di chiodi, e in giovani donne mascherate e avvolte in speciali sari urticanti – una specie di tunica di Nesso; tutti bruciavano sotto il sole cocente in un abominio di vessazioni, non ultima l’assordante musica di un’orchestra che, indifferente alla loro sofferenza, impazzava con sitar, tablas e tambura. Nel ventre umido e maleodorante dei natanti, invece, legati e imbavagliati, subivano torture dantesche i giovani emergenti della scuderia cinematografica di Uday, dei quali i militari, per altro, ignoravano l’identità. Ciò che ha più disgustato i guardiamarine è che le sevizie venivano addirittura filmate da troupe di tecnici decise a non interrompere la propria attività perversa: una novità assoluta persino nel tristo elenco delle atrocità degli scafisti! Conscio dell’anomala situazione e a causa anche di alcune difficoltà di comprensione linguistica, il tenente di vascello Franco Grisolia, al comando della motovedetta “Policastro”, decideva d’imperio di tradurre ciurma, passeggeri e macchinari, presso la stazione di Polizia di Paola. Nel commissariato, Uday Maharastra Guru, additato da tutti gli interrogati come “The Grand Chief”, veniva immediatamente sospettato di essere a capo del traffico di carne umana e sottoposto a sfibranti interrogatori, tra i lazzi delle supposte prede della tratta (attitudine che agli inquirenti è parsa alquanto incongrua, data la tragicità della situazione). Già i vertici della polizia locale, compiaciuti per l’arresto dello schiavista, ammanettato mentre sibilava irripetibili minacce, stavano per diramare la notizia ai media, quando l’affannoso irrompere dell’organizzatrice del Festival Rosa Bianca Chiappetta, e dell’interprete hindi, scioglieva l’equivoco. Gli inquirenti si sono resi conto con raccapriccio, allora, che l’episodio sarebbe potuto sfociare in una nuova gravissima crisi diplomatica con l’India, in grado di far impallidire il caso ancora irrisolto dei nostri marò. Le immediate scuse telefoniche, presentate personalmente dal Ministro degli Interni On. Angelino Alfano a Maharastra Guru, e la solenne promessa della discesa del responsabile del dicastero a Macellina, il giorno 15, quando si proietterà un’antologia di film prodotti da Uday, ha infine placato gli animi e chiuso nel migliore dei modi l’increscioso incidente.

Eccettuati gli episodi limite, comunque, l’arrivo di tanti esperti e amateurs da ogni parte del mondo, pur avvenendo in un crescendo di ordini sferzanti, urla, lai, affanni, implorazioni, fustigazioni, torsioni, lacerazioni e ferite, comunica sempre un che di ameno e vitale, a patto che si osservino gli accadimenti con il giusto distacco, con la sana ironia e l’humour nero che è appartenuto ai grandi. Uno fra tutti, Gaio Giulio Germanico, detto “Caligola”. L’imperatore romano, parlando di sé in terza persona, kafkiano ante litteram, sosteneva delle torture e degli assassinii che somministrava con prodigalità: «l’esecuzione porta conforto e libertà … si muore perché si è colpevoli. Si è colpevoli perché si è sudditi di Caligola … Quindi tutti devono morire. È solo questione di tempo e di pazienza.». D'altronde, simili doti filosofiche non difettano agli ideatori del festival di Macellina. Ne è un esempio la stessa scelta del simbolo dell’attuale edizione: il gatto a nove code, celebre strumento di strazio adottato dalla Royal Navy per svariati secoli e deposto – a malincuore - solo dopo la seconda guerra mondiale. L’edizione numero nove, dunque, ha permesso di rinverdire i fasti della benemerita disciplina britannica, di onorare l’omonima pellicola cult di Dario Argento (1971), riverito ospite, e, tout court, di celebrare lo spietato piacere di imporre un potere gerarchico, oppure dal sottomettervisi perinde ac cadaver.  

In questo senso, il festival offre un vibrante spettro di proposte, tale da illustrare come sadismo e masochismo siano giochi individuali che riflettono rapporti politici e sociali vigenti. Ecco che uno straordinario parterre di intellettuali discuterà con il pubblico in animati seminari tenuti al “Pala Nervino”, una modernissima opera architettonica in legno di rovo, progettata da Renzo Piano e ispirata alle opere dell’artista di Birmingham Tessa Farmer. Tra i relatori di questo anno, i due enfants terribles dell’antifilosofia, Alain Badiou e Slavoj Žižek, che dibatteranno sul tema Schäuble, Merkel e il waterboarding - figure del sadismo neoliberista” ; lo psicoanalista Massimo Recalcati, che terrà una lectio magistralis a proposito de “La Padrona supposta essere, riflessioni sul 69° seminario di Lacan”: e l’eccelsa presenza della scrittrice romeno-tedesca Herta Müller, premio Nobel per la Letteratura 2009. La Müller declamerà in lingua originale, per l’occasione, alcuni passi suggestivi del suo ultimo romanzo, centrato sulla vita familiare e le efferatezze di un colonnello della Securitate, la famigerata polizia segreta di Nicolae Ceauşescu.

Non soltanto visioni cinematografiche, quindi, ma tanta cultura, e di massimo livello. Inoltre, una curiosità: interminabili sessioni di scadentissimi video amatoriali, in cui le figure e gli attrezzi di tortura s’intravedono come un baluginio di ombre sgranate. Queste si terranno ininterrottamente, per l’intero periodo della manifestazione, nel'’arena messa a disposizione dagli sponsor “Brusco e Crudo”. Si tratta di una tipologia di video-clip BDSM che, com'è già stato acutamente sottolineato da filosofi e intellettuali della scena underground cinese, francese e russa, si connota oramai come un genere artistico a se stante, in quanto incentiva la percezione creativa dello spettatore. Costui, infatti, più che vedere con gli occhi proietta le proprie fantasie psichiche sulle ambigue forme dello schermo. Ecco che, dunque, nell'ambito della costrizione apparentemente più avvilente, trionfa la libertà dello spettatore-prigioniero, laddove, paradossalmente, l’High Tech ne tarperebbe l’immaginazione, incanalandola con il suo nitore su un binario predefinito!

High Tech che, per altro, si prende la rivincita con il cinema in 4D del "Tarallo Palace": in questo avveniristico edificio, a ogni evoluzione degli attori sullo schermo corrispondono sensazioni assai  “particolari” trasmesse a coloro che siedono in platea: brevi scosse elettriche simulano nerbate e percosse, mentre ignote sostanze chimiche riproducono schizzi di sudore, sangue ed altro … 

Il festival di Macellina offre ancora di più: concerti heavy metal e dj set di electro-music baltica; mostre fotografiche sulla scarnificazione; vernissage di pittura con pigmenti a base di “fluidi vitali”; happening di body art; rappresentazioni teatrali - sia di piece originali sia di classici. Ad esempio il  Giulio Cesare di Shakespeare, rivisitato da Mario Martone. Il regista napoletano prevede che il dittatore venga accoltellato migliaia di volte sulla scena, al ralenti, in un’ipnotica ripetizione dell’atto omicida, che si trasforma progressivamente nello spot televisivo di una marca di rasoi e quindi in un telegiornale, dove dalla morte di Caio (Cesare) si passa, senza problemi, ai goal di Tizio e al proclama politico di Sempronio.

Ce n’è, dunque, per tutti i gusti a Macellina e, come è prassi in Calabria, un posto speciale lo si riserva all'oro rosso della regione, il peperoncino - riedito in salsa sado-maso dallo Chef Attilio Ferocino: numerose le ricette svelate nel suo corso di cucina, trovate irrinunciabili che procurano dolore e piacere attraverso il piccante … l’indispensabile alimento di una kermesse in cui il glaciale pensiero gode nell'accendere la carnalità più torrida, avviluppante e sulfurea.