MARILYN & SONYA

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SPRECO DI TEMPO

Le recensioni di Ugo Derantolis

 

MARILYN & SONYA

 

 

 

Gioconda Ball

Marylin & Sonya

Pag. 750 - € 35,00

Editrice Quattrominni, Palermo, 2015

 

        di Ugo Derantolis

                               

È una trama intricata e bizzarra quella del primo libro di Gioconda Ball, fortunata autrice di una saga tutta al femminile che da anni furoreggia negli USA. I quattro titoli della trentenne scrittrice nordamericana sono già stati tradotti nelle più diffuse lingue del mondo. Stranamente, solo adesso approda da noi il romanzo di esordio, grazie a una piccola ma raffinata casa editrice  di Palermo.

 

 

 

Protagoniste del racconto sono due sorelle gemelle monozigoti di quindici anni, Marilyn e Sonya, tra loro fisicamente indistinguibili, ma dal punto di vista psicologico opposte e complementari: l’una mielosa, accattivante e infida, l’altra aspra, aggressiva e sincera. Vivono segregate da un padre violento e incestuoso nella casupola di uno sperduto villaggio dalle parti di Gallatin, nel Tennessee. L’uomo è un batterista heavy-metal che, quando è in turné incatena le figlie come cani ai tavoli della cucina. Ma le ragazze sono di una bellezza straripante e trovano chi, invaghitosi di entrambe, sacrifica la propria vita per salvarle dalle grinfie paterne.

Una volta guadagnata la libertà, a dispetto dei loro pochi anni, le due sorelle Lee cominciano a fare esperienza di tutti i contesti più biechi e surreali che il grande ventre del Paese propone: ostelli, conventi, caffetterie, supermercati, motel, case di bellezza, sexy shop, locali notturni, yacht, party privati, orge e bordelli, sette religiose, associazioni umanitarie, librerie, fabbriche, scuole di danza, televisioni private, radio locali, giornali, computer center, luoghi di spaccio, marciapiedi, campi di addestramento paramilitare, bande giovanili, stazioni di polizia, carceri, ospedali, cliniche psichiatriche, sedi di alcolisti anonimi, servizi sociali, lavori di riabilitazione, licei, università, istituti di ricerca, studi di avvocati, centri di propaganda politica, televisioni nazionali, gallerie d’arte, set fotografici e cinematografici, scuole di recitazione, teatri e molto altro ancora. Inesorabilmente, diventano acclamate star della musica e dello spettacolo e da lì spiccano il volo sino alle più alte vette del potere politico ed economico – le seconde contando, senza dubbio, assai più delle prime.

Ogni situazione che le inseparabili sorelle attraversano schiude un doppio fondo, il quale le introduce a un diverso aspetto del labirinto americano, popolato di personaggi grotteschi, crudeli, psicopatici, ignobili, manipolatori, miserabili, mentecatti, selvaggi, ignoranti, inconsapevoli, stupidi; ravvivato soltanto qua e là da pochi, coraggiosi e lucidi perdenti. A prevalere sono sempre, però, i più sordidi: gli assatanati di carriera, di denaro, di potere, com’è ovvio che sia.

Ma qual è lo scopo ultimo a cui tende il brutale culto del successo che li anima? La risposta che la Ball ci fornisce tra le pieghe del racconto è evidente: l’ambizione di vincere la morte. Tutto sembra funzionale allo scopo: dallo sfruttamento dei deboli, all’idolatria della gioventù, dalla massificazione delle intelligenze, alla macchinalizzazione del mondo.

In qualche modo le due eroine riescono sempre ad assorbire e poi spurgare il veleno inoculatogli, esattamente come prima si drogano di ogni sostanza, idea e comportamento e poi se ne disintossicano. Eppure, emergere da una disavventura gli serve solo a gettarsi immediatamente in un ulteriore vortice, dove, beate, frullano senza contezza dei pericoli che le minacciano e immemori del passato. Almeno tale è l’andazzo finché  non conquistano il vertice supremo della piramide sociale, la stanza dei bottoni. Allora, fatalmente libere da tutti i condizionamenti che vessano i comuni mortali, le gemelle vengono afferrate dal terror panico, destituite, ormai come sono, da ogni residua zattera culturale e morale.

Al termine del percorso, dunque, Marylin e Sonya sembrano entrare in un nuovo labirinto, dove gli tocca intraprendere un viaggio ancora più arduo: addentrarsi nell’ignoto assoluto, nelle vene nascoste dell’America che si cela anche a se stessa, la nazione metafisica, occulta, spettrale che vive e respira all’ombra dell’altra …

Il mio scarno resoconto ha necessariamente omesso la maggior parte degli eventi narrativi - un flusso impetuoso e violento che ghermisce il lettore e lo trasporta ai confini stessi delle manifestazioni sociali, dove queste si trasformano in segni così trasparenti e arcani da rivelarsi sogni: man mano che il racconto procede, i rapporti economici e di potere, i ruoli di autorità e le figure familiari, gli insegnanti e gli opinion leader, i detentori del potere legale, militare, scientifico, comunicativo, politico ed economico, assumono connotati sempre più bislacchi, infecondi e insensati, che ristagnano nella testa del lettore come le pallottole che i membri della baby gang, in cui le ragazze militano durante il loro violento periodo losangelino, scaricano a bruciapelo sui corpi dei malcapitati avversari.

Marylin & Sonya è un’opera sconvolgente e titanica, nella quale i cliché letterari, cinematografici, televisivi e pubblicitari, con cui gli Stati Uniti usualmente ipnotizzano se stessi e il mondo, vengono rivolti contro la stessa patria americana. Un parricidio e un matricidio sensazionali, una scrittura sovversiva e un affondo culturale al limite delle umane possibilità.